lunedì 15 settembre 2014
​​Il presidente del Senato: subito le nomine, non si può tenere bloccato il Parlamento. Alle 15 seduta comune delle Camere. Fi sostiene Danto Bruno, il Pd spinge Luciano Violante.
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E' atteso per oggi pomeriggio il ​voto sui due giudici della Corte Costituzionale e sui cinque componenti del Csm. Dopo una impasse sulle candidature andata avanti per settimane il passo indietro di qualche giorno fatto da Antonio Catricalaà, ieri Forza Italia sembrava orientata ad ufficializzare la candidatura di Donato Bruno alla Corte Costituzionale, mentre il presidente del Senato Pietro Grasso ha lanciato un appello: "Se entro oggi non si trova una soluzione il problema diventerà ancora più grave. Non si può tenere bloccato così un Parlamento". La situazione potrebbe sbloccarsi oggi. Il Parlamento, in seduta comune, convocato per le 15, potrebbe riuscire a mandare alla Consulta i due giudici che mancano e a reintegrare il plenum del Csm. Sempre che si riesca a far tornare a Roma, di lunedì pomeriggio, almeno i 570 parlamentari necessari ad eleggere i giudici costituzionali (il quorum richiesto è dei 3/5 dei componenti). Diversi esponenti di Forza Italia erano già pronti a votare per Donato Bruno (avvocato civilista ed ex presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera considerato da sempre un falco berlusconiano che nella precedente votazione aveva preso 120 voti), ma molti lo avrebbero fatto davvero solo dopo che la sua candidatura fosse stata resa ufficiale dal partito, avesse ricevuto cioè l'"imprimatur" di Berlusconi. Ora, si apprende da fonti molto vicine all'ex Cavaliere, l'intenzione di far convergere tutti gli azzurri sul nome di Bruno ci sarebbe. E questo potrebbe semplificare le cose. Un sms di indicazione ufficiale del candidato non è ancora arrivato ai forzisti, ma "come si sa - spiegano nel partito - queste cose vengono fatte sempre all'ultimo momento". Le forze politiche fanno i conti e nella maggioranza c'è chi si dice più ottimista sul fatto che alla fine il "ticket" Donato Bruno e Luciano Violante possa passare. Berlusconi, si racconta sempre in FI, avrebbe convenuto sul fatto che la candidatura di Bruno potrebbe essere quella "più unitaria", quella più in grado di raccogliere consensi non solo nel partito, ma anche tra le altre forze politiche. A cominciare dalla Lega che già la scorsa settimana gli aveva fatto arrivare dei voti. Anche il candidato del Pd, Luciano Violante, potrebbe farcela se Forza Italia mantenesse la parola votandolo. L'ex presidente della Camera in realtà all'ultima votazione aveva ottenuto 468 voti, nonostante avessero optato per lui anche esponenti di Lega e Ncd. Non sarebbe riuscito a fare cioè il pieno nel suo partito. Ma prima di votarlo, si spiega in FI, si vogliono garanzie: "se prima il Pd non vota per la Casellati (FI) al Csm, si scordino che noi diremo sì alla Consulta per Violante". "Noi il patto all'inizio lo avevamo rispettato eleggendo tre del Pd e loro hanno detto sì solo a uno del centrodestra", cioè Antonio Leone(Ncd).  Al momento, la certezza è una sola: l'elezione dei giudici della Consulta è legata a quella dei 5 laici del Csm. Se non si sblocca la prima, non risolve la seconda, che non è affatto priva di nodi. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (M5S) attacca, ad esempio, la candidatura di Luigi Vitali (FI), in quanto imputato per falso. "Renzi sta per battere Berlusconi in indecenza", affonda Di Maio che invita, domani, i parlamentari "onesti" a contarsi per non votarlo. I togati del Csm intanto rassicurano: da noi nessuna interferenza sulla scelta del vicepresidente.
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