venerdì 30 ottobre 2015
Esito positivo al vertice al quale ha partecipato anche l'Iran a fianco dell'Arabia Saudita. Leggi i punti su cui c'è intesa.

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​Con la presenza, per la prima volta, dell'Iran al fianco della grande avversaria, l'Arabia Saudita, si è tenuta oggi a Vienna la nuova riunione internazionale per tentare di avviare un negoziato di pace per la Siria. Ne è scaturito un risultato positivo. I 17 partecipanti, oltre a Onu e Unione Europea, si sono accordati su 9 principi e propositi di un processo politico che porti alla pace in Siria. Ovvero: 1) Sono fondamentali l'unità della Siria, la sua indipendenza, la sua integrità territoriale e il suo carattere secolare. 2) Le istituzioni dello Stato resteranno intatte. 3) I diritti di tutti i siriani devono essere protetti senza distinzioni religiose o di appartenenza etnica. 4) Imperativo accelerare gli sforzi diplomatici per mettere fine alla guerra. 5) Si garantirà l'accesso umanitario a tutto il territorio e si aumenteranno gli sforzi per i rifugiati. 6) Bisogna sconfiggere l'Isis e altri gruppi terroristici. 7) Si chiede all'Onu di convocare rappresentanti del governo e dell'opposizione siriana per avviare un processo politico che porti alla formazione di un governo credibile, inclusivo, non settario, che elabori una nuova Costituzione e convochi libere elezioni, supervisionate dall'Onu. 8) Questo processo politico deve essere diretto dai siriani e i siriani decideranno il futuro del loro Paese. 9) I Paesi partecipanti e l'Onu individueranno le modalità di un cessate il fuoco parallelo al processo politico. Il clima, quindi, sembra confermare l'ottimismo di molti, come il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, che si è detto fiducioso che si possano fare progressi se "tutti sono pronti a contribuire alla de-escalation del conflitto siriano" che in quattro anni e mezzo ha causato 250.000 morti. Restano, ovviamente, molti nodi da sciogliere. Ad esempio, come ha confermato la Russia, nella riunione non si è discusso dell'uscita di scena di Bashar al-Assad. Mosca, come anche l'Iran, restano ferme sulle loro posizioni: solo il popolo siriano può decidere se il presidente deve restare al potere o meno. Ma da Mosca arrivano notizie che Assad è disposto a discutere emendamenti alla costituzione e a convocare elezioni.  Aperta la strada verso una transizione politica in SiriaDi fatto questo appare essere uno degli esiti del vertice viennese. "Non sono state suprate le differenze - ha detto ai giornalisti il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni - ma si è convenuti su un punto essenziale: la via non è quella militare, ma di una transizione politica, che per noi deve portare all'uscita di Assad". Si tratta di un processo che andrà inevitabilmente in quella direzione "e rispetto al quale l'Iran non èpregiudizialmente contrario", ha aggiunto Gentiloni. La Russia e gli oppositori al regime sirianoLa Russia ha fatto sapere che alla riunione del Quartetto (Russia, Usa, Turchia e Arabia saudita) sulla crisi siriana, svoltasi giovedì sempre a Vienna, ha consegnato ai partner la lista "dei nomi di praticamente tutti i gruppi di opposizione con i quali parla, con i quali è pronti a comunicare, e che porterebbero essere invitati a incontri tra le forze siriane". Fonti Onu hanno riferito che, dopo questo summit, Iran e Arabia Saudita potrebbero tornare a parlarsi anche in altre sedi per discutere dei conflitti in Iraq e Yemen.Intanto gli Usa imprimono una svolta alla battaglia contro l'Isis. Barack Obama ha autorizzato, per la prima volta, il dispiegamento di "meno di 50" unità di forze speciali nel nord della Siria, dove "aiuteranno a coordinare le locali forze di terra e gli sforzi della coalizione" contro il califfato, come riferito da un'alta fonte dell'amministrazione Usa. Washington ha inoltre deciso di schierare aerei A-10 e jet F-15 nella base turca di Incirlik, nel sud della Turchia.

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