venerdì 9 maggio 2014
Accuse di Amnesty International al governo. Giunti gli esperti dagli Usa. Il presidente Goodluck Jonathan ribadisce che il suo Paese «è totalmente impegnato a riportarle a casa». Mogherini: posizione comune Ue. Al via campagna per la liberazione.
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Amnesty International accusa il governo nigeriano di aver ignorato un allarme prima del rapimento delle oltre 200 ragazze, portate via da una scuola di Chibok, nello Stato del Borno. "Alcune testimonianze di condanna raccolte da Amnesty International rivelano che le forze di sicurezza nigeriane non hanno agito di fronte a degli avvertimenti sul possibile raid dei Boko Haram", sostiene il gruppo per i diritti umani. Secondo Amnesty, il quartier generale dell'esercito nigeriana a Maiduguri è stato informato dell'attacco poco dopo le sette di mattina del 14 aprile, "quasi quattro ore prima che i Boko Haram iniziassero ad assaltare la città". Ma i militari non sono riusciti a mettere insieme il battaglione necessario per contrastare l'attacco, "a causa delle poche risorse a disposizione e alla paura di combattere contro avversari spesso meglio equipaggiati".I 17 soldati che erano presenti a Chibok al momento dell'assalto si sono dovuti ritirare e lasciare campo libero ai miliziani. "Il fatto che le forze di sicurezza, pur sapendo dell'imminente raid e avendo quattro ore di tempo a disposizione, non abbiano preso immediate misure per fermarlo, non farà altro che aumentare l'indignazione nazionale e internazionale per l'orribile crimine in atto", ha dichiarato Netsanet Belat, direttore di Amnesty International per l'Africa.In Nigeria è arrivato intanto il gruppo di esperti americani che dovrà aiutare le autorità locali a ritrovare le ragazze rapite. La composizione non è ancora nota, ma alcuni funzionari di Washington avevano parlato in precedenza di personale militare e specialisti del Dipartimento di Giustizia e dell'Fbi. Parlando al World Economic Forum che si sta svolgendo nella capitale nigeriana Abuja, il presidente Goodluck Jonathan ha ribadito che il suo Paese "è totalmente impegnato a riportare a casa queste ragazze", anche se la risposta iniziale del governo al rapimento di massa avvenuto lo scorso 14 aprile in una scuola secondaria di Chibok è stata inizialmente criticata e per molti giorni lo stesso presidente ha evitato di affrontare l'argomento.Il video nel quale il leader di Boko Haram, Abubakar Shekau, minaccia di "vendere le ragazze al mercato" ha spinto l'indignazione generale fuori dai confini della Nigeria, con la campagna che nei social network si svolge sotto l'hashtag #BringBackOurGirls. Le iniziative hanno raccolto il sostegno di personaggi importanti, dalla First Lady Michelle Obama all'attrice Angelina Jolie. "Riteniamo ci debba essere una posizione comune europea". Lo ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini rispondendo ai giornalisti sul rapimento in Nigeria di oltre 200 liceali. "Abbiamo proposto che lunedì prossimo al Consiglio Affari esteri Ue il tema sia in agenda. L'inserimento fatto da Catherine Asthon è positivo, crediamo ci debba essere una posizione comune Ue e soprattutto che questo debba essere fatto in raccordo con il governo nigeriano perché abbiamo bisogno, insieme a campagne di mobilitazione dell'opinione pubblica, anche di capire cosa concretamente si possa fare a livello internazionale".
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