mercoledì 19 marzo 2014
​Nove navi militari hanno lasciato Singapore per le ricerche. La pista delle Maldive. I radar thailandesi hanno avvistato un aereo non identificato mentre cambiava rotta più volte.
COMMENTA E CONDIVIDI
La polizia brancola nel buio. Se fosse un articolo di nera cittadina potrebbe iniziare così. Il più classico dei gialli. Un aereo di linea della Malaysian Airlines, con 239 persone a bordo di cui i due terzi cinesi, in volo per Pechino è scomparso nella notte tra il sette e l'otto marzo e ancora non si riesce a capire se è precipitato o meno. Ma nemmeno dove fosse realmente diretto. Niente di niente. E non ci sono informazioni utili nemmeno su due passeggeri ucraini e uno russo su cui si sta indagando. Ma anche la posizione del pilota e del copilota, che non volevano più volare insieme, non è affatto chiara. Il porto delle nebbie, insomma, come di fatto ha ammesso, durante una conferenza stampa, il ministro dei Trasporti malese Hishammuddin Hussein. La Cina invia le navi Ma i cinesi non si arrendono. Hanno messo in campo anche la marina. Navi militari di Pechino si sono radunate nei pressi di Singapore e oggi hanno levato le ancore per esplorare nuove aree, alla ricerca del volo scomparso. Lo ha spiegato in una conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hong Lei, affermando che il volo MH370 non è mai entrato nel Paese del dragone. Le navi, nove secondo quanto scrive la Bbc online, si sono divise in due gruppi: uno diretto verso nord e uno verso sud, in un'area di 300.000 chilometri quadrati. La tracce delle Maldive Alcuni testimoni hanno detto di avere visto il passaggio di un jumbo jet a bassa quota il giorno della scomparsa del Boeing. Le forze armate del Paese insulare stanno cercando di verificare questi racconti. Però, fano sapere, nessuna traccia del volo MH370 della Malaysia Airlines è stata rilevata dai radar delle Maldive. I radar della Thailandia I radar thailandesi, invece, hanno rilevato il segnale di un "velivolo non identificato" che ha cambiato più volte direzione poco dopo il momento in cui il volo Malaysia Airlines MH370 ha interrotto i contatti con i controlli aerei. Lo ha rivelato oggi un portavoce dell'aeronautica di Bangkok, specificando che, però, manca la certezza che quel velivolo fosse davvero il Boeing 777-200 con 239 persone a bordo. «A mezzanotte e 28 un apparecchio non identificato volava in direzione sud-ovest» a sud del Paese, ha detto all'Afp il portavoce Monthon Suchookorn. l'orario corrisponde alla rotta che si crede il Boeing abbia seguito dopo la brusca virata dal tragitto originario Kuala Lumpur-Pechino. Il ritardo nel comunicare queste informazioni si spiega, secondo il portavoce, con il fatto che «il velivolo non era nello spazio aereo thailandese e non era una minaccia per la Thailandia». Il dramma dei familiari Intanto prosegue il dramma dei familiari dei passeggeri scomparsi, in attesa spasmodica di notizie, che ancora sperano nonostante tutto. Diversi di loro sono stati bloccati mentre cercavano di parlare con giornalisti cinesi ai margini di una conferenza stampa a Kuala Lumpur, in Malaysia. Un giornalista della Bbc che cercava di intervistarli è stato fermato da quello che la rete televisiva britannica ha definito «un muro di poliziotti». Anche in Cina, a Pechino una sala dell'Hotel Lido, in una zona centrale della metropoli, rimane a disposizione dei parenti delle persone che si trovavano sul volo. Ma pure loro sono tenuti lontani dai giornalisti, ai quali non è consentito l'accesso alla sala.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: