lunedì 9 novembre 2015
​Lo denuncia un rapporto della Banca Mondiale alla vigilia del vertice di Parigi sui cambiamenti climatici: occorre cambiare il modello di sviluppo. Lo scenario è riferito al 2030. In aumento i gas serra.
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La lotta al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici è legata a doppio filo a quella contro la povertà. È quanto suggerisce un rapporto della Banca Mondiale secondo cui proprio le conseguenze dei cambiamenti climatici potrebbero portare alla povertà oltre 100 milioni di persone nel mondo entro il 2030. Il documento sottolinea come sconfiggere la povertà, uno dei 17 obiettivi adottati dall'Onu a settembre, sarebbe impossibile se proprio gli effetti dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale non venissero presi in considerazione negli sforzi per lo sviluppo, sebbene sia altrettanto importante - rileva il rapporto - garantire che piani ambiziosi pensati per ridurre il livello di emissioni siano tali da prevenire che eventuali ripercussioni negative ricadano sui più indigenti. L'obiettivo quindi di combattere la povertà e affrontare i cambiamenti climatici viene descritto come "questione cruciale della nostra generazione". Gas serra in aumento Intanto è arrivato un nuovo record delle concentrazioni di gas serra: nel 2014 - rivelano i dati resi noti oggi a Ginevra dall'Organizzazione metereologica mondiale Omm) - la quantità di gas serra nell'atmosfera ha raggiunto un nuovo record, "proseguendo una crescita inarrestabile che alimenta i cambiamenti climatici e renderà il pianeta più pericoloso e inospitale per le future generazioni". Tra il 1990 e il 2014 - afferma l'Omm - c'è stato un aumento del 36% del forzante radiativo a causa di gas serra persistenti come anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e il protossido di azoto (N2O) generati da attività industriali, agricole e domestiche. "Ogni anno segnaliamo un nuovo record. Ogni anno diciamo che il tempo a disposizione sta per scadere", ha commentato il Segretario generale dell'Omm Michel Jarraud. "Dobbiamo agire ora per tagliare le emissioni di gas serra, se vogliamo avere la possibilità di mantenere l'aumento della temperatura a livelli gestibili", ha aggiunto. Le concentrazioni atmosferiche di CO2 - il principale gas a effetto serra - hanno raggiunto 397,7 parti per milione (ppm) nel 2014, precisa il Bollettino dell'Omm sui gas serra. Nella primavera del 2014, quando il CO2 risulta più abbondante, le concentrazioni nell'emisfero settentrionale hanno varcato la soglia simbolicamente significativa di 400 ppm e nella primavera 2015, la concentrazione media globale di CO2 ha superato il livello di 400 ppm. "Il CO2 non si vede. È una minaccia invisibile, ma molto reale che si traduce in temperature globali più alte ed eventi meteorologici estremi più numerosi come ondate di calore e inondazioni, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello del mare e aumento dell'acidità degli oceani", ha poi ammonito. Il rapporto dell'Omm evidenzia anche l'interazione e l'effetto di amplificazione tra i crescenti livelli di CO2 ed vapore acqueo.
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