venerdì 10 aprile 2015
Ma tra due settimane le casse greche saranno vuote. Varato il piano di privatizzazioni. La tensione resta alta.
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La promessa è stata mantenuta. La Grecia ha rimborsato ieri al Fondo monetario internazionale il prestito da 450 milioni di dollari, come ha confermato Christine Lagarde. «Ho riavuto i miei soldi indietro», ha scherzato ieri il direttore generale con i giornalisti; ma su Atene resta lo spettro del default. Continuano infatti i negoziati con Bruxelles, per l’approvazione di un pacchetto di riforme che dovrà sbloccare i nuovi aiuti internazionali. Mancano due settimane esatte; dopodiché, dal 24 aprile le casse greche saranno vuote. Il Paese rischia quindi di non avere i soldi per onorare i suoi debiti e per pagare stipendi e pensioni.  Il governo greco, intanto, prevede entrate pari a 1,5 miliardi dalla privatizzazione del porto del Pireo e di 14 aeroporti regionali. In merito, il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha annunciato a Parigi la ripresa del processo di privatizzazioni, con l’apertura a joint venture pubblico private con impegni minimi di investimento e con una quota minima mantenuta dallo Stato come fondo per le pensioni.  E nella stessa giornata del rimborso al Fmi, la Banca centrale europea ha fornito ulteriore ossigeno ad Atene, almeno nel breve termine, aumentando (secondo alcune indiscrezioni) di altri 1,2 miliardi di euro la liquidità d’emergenza (Ela) erogata dalla banca centrale greca agli istituti di credito greci, portando il totale a 73,2 miliardi. Il pagamento di ieri non esclude tuttavia il rischio bancarotta per la Grecia, se il governo Tsipras non raggiungerà un accordo con i creditori internazionali: martedì prossima la Grecia dovrà rimborsare di 420 milioni gli investitori, mentre a maggio sarà la volta di una nuova rata da 950 milioni al Fmi e affrontare pagamenti per stipendi e pensioni pari a 2,4 miliardi di euro. Fonti Ue, intanto, spiegano che per l’Euro Working Group «ha fatto pochi progressi», e «crescono i timori che il tempo stia finendo», aggiungendo anche che i tecnici dell’Eurogruppo stanno premendo su Atene affinché i negoziati accelerino. L’obiettivo resta quello di trovare un’intesa per la data fatidica di venerdì 24 aprile, quando i ministri delle Finanze dell’Eurozona si riuniranno a Riga. Ieri, infine, è stato il secondo e ultimo giorno di visita di Alexis Tsipras in Russia. Il premier greco ha confermato che sono state avviate le trattative per la partecipazione della Russia alla privatizzazione delle società greche, aggiungendo che i due Paesi hanno trovato un’intesa di massima per creare un ente a tale scopo. Nel corso di una lectio magistralis all’Istituto di relazioni internazionali di Mosca, Tsipras ha poi ribadito che l’obiettivo del suo Paese è di restare nell’Eurozona e che c’è ottimismo sulla possibilità che venga trovato un buon accordo fra Atene e l’Unione europea. «Vogliamo chiudere un accordo con l’Ue che sia di beneficio per loro e per noi» ha dichiarato, dicendosi ottimista non solo riguardo al superamento della crisi economica in Grecia, ma anche rispetto al recupero delle perdite che ha provocato. E Varoufakis, da Parigi, ha confermato che non è stato chiesto nessun prestito alla Russia. «Dobbiamo essere molto chiari - ha ribadito - i temi relativi al salvataggio devono essere affrontati all’interno della famiglia europea. Questo governo non cerca una soluzione extraeuropea ad un problema europeo». Ma il tempo stringe.
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