Arrestato dalla polizia di Stato di
Ancona, Filippo Antonio De Cristofaro, latitante, condannato
nel 1988, in via definitiva all'ergastolo per omicidio e
occultamento di cadavere. De Cristofaro si rese autore, il 10
giugno del 1988, dell'omicidio di Annarita Curina, 34enne
skipper pesarese, per appropriarsi del suo catamarano. La
cattura, avvenuta in Portogallo, è stata possibile grazie alla
cooperazione tra le diverse forze di polizia.
L'omicidio del catamarano riempì le
pagine di cronaca dei giornali nell'estate del 1988. Con il
tempo, fu chiaro il motivo delitto perpetrato da De Cristofaro
con la complicità della fidanzata di allora, l'olandese Diana
Bayer, all'epoca 17enne: rubare il catamarano alla skipper
Annarita Curina, di Pesaro, per fuggire su un atollo insieme.
De Cristofaro era stato condannato all'ergastolo per omicidio e
occultamento di cadavere ma era riuscito ad evadere due anni fa
dal carcere di Porto Azzurro. Prima di quell'evasione aveva
tentato un'altra fuga, nel 2007 dopo un permesso premio ma era
stato rintracciato dopo un mese. De Cristofaro e Diana Beyer
avevano affittato il catamarano di Annarita Curina per le
vacanze, ma il vero piano dei due amanti era appunto quello di
impadronirsi dell'imbarcazione per poi fuggire in Polinesia. Il
10 giugno 1988 Diana, che secondo i giudici agì spinta
dall'amante, pugnalò Annarita Curina ad un fianco, mentre De
Cristofaro finì la vittima con il machete. Il corpo della
Curina venne ripescato il 28 luglio 1988 a Senigallia. In quei
giorni, sul catamarano della skipper si trovava un amico
olandese della coppia, Pieter Gronendijk, poi condannato per il
furto del natante. I due olandesi e De Critofaro vennero
rintracciati dalla polizia in Tunisia, nel tentivo di fuggire
dopo aver abbandonato la barca. Diana venne condannata a sei
anni e sei mesi di carcere per concorso in omicidio, ma scontò
15 mesi perchè ottenne la libertà condizionale e quindi
l'assegnazione ad una comunità di fratellanza a Grosseto. In
primo grado a De Cristofaro venne inflitta una condanna a 38
anni, trasformata in ergastolo nel processo di appello.