È Roberto Rossini, bresciano di 52 anni, il nuovo presidente
delle Acli. Al 25° Congresso nazionale di San Vincenzo (Li) i 550 delegati sono
riusciti domenica a superare il passo falso di sabato sera, quando il numero
legale era mancato, invalidando la votazione che aveva visto due candidati in
lizza: il presidente uscente Gianni Bottalico e lo sfidante Emiliano
Manfredonia. Un voto che aveva comunque visto i due separati da uno scarto
minimo. Una frattura nell’associazione che è stata superata, dopo una nottata
di confronto, grazie al passo indietro fatto da entrambi i candidati. E
Rossini, il nome proposto dal presidente uscente, ha ricucito lo strappo
nell’associazione, tanto che il professore bresciano di sociologia è stato
eletto a scrutinio segreto da un’amplissima maggioranza, l'84,69% dei consensi.
Rossini, che guiderà per il prossimo quadriennio, sottolinea «lo spirito di
servizio cristiano e l’attaccamento alle Acli dei due candidati che non hanno
esitato un attimo a ritirarsi». E annuncia le priorità nell’agenda aclista:
«Sul fronte interno c’è la "manutenzione" della rete, fatta dagli
oltre 3 mila circoli Acli, ma soprattutto delle coooperative, dei consorzi e
dei servizi, nell’ottica della loro sostenibilità e messa in sicurezza. Un
riordino necessario, che porta avanti il lavoro fatto da Gianni Bottalico». Poi
c’è il fronte socio-politico. Rossini: «Le Acli sono capofila dell’Alleanza
contro la povertà, per il reddito di inclusione sociale». Poi c’è il Terzo
settore: «Intendiamo contribuire alla riforma, che abbiamo apprezzato». Sul
tema delle migrazioni «noi, che abbiamo raccolto le firme per la riforma della
cittadinanza, dobbiamo incidere culturalmente per un pensiero inclusivo». E le
amministrative: «Sono tantissimi gli aclisti sono candidati e li sosterremo».
Sulle riforme costituzionali infine dice che «lavoreremo per approfondire il
tema, per capire i modi di informare e formare, poi ci esprimeremo sul
referendum di autunno». A guidare le Acli la bussola della «fedeltà al magistero
della Chiesa. Con Papa Francesco e il suo magistero sorprendente e popolare
siamo in totale sintonia. Questo è un papa "naturalmente aclista"».
Eletto con quasi l'85% dei consensi dopo che una precedente votazione era stata invalidata. Immigrazione, povertà e reddito di inclusione sociale le priorità del mandato. (Luca Liverani)