giovedì 4 ottobre 2012
A Bologna, Modena e Trapani prefetti e procure in campo. Dubbi dall’ispettorato del lavoro. Nuovi interrogativi sulla cooperativa siciliana l’Oasi Sindacati e uffici ispettivi rilevano irregolarità nei contratti e nella gestione La direttrice dell’Ufficio del lavoro bolognese segnalò alla prefettura i molti dubbi sui pagamenti ai professionisti: «Cifre fuori da ogni logica di mercato».
LE REAZIONI «Ripensiamoli partendo dalla promozione dell’uomo»
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​Ispettorato del lavoro, procure, prefetture. Il faro sui recenti appalti nei Cie di Bologna, Modena e Trapani è stato acceso. E dopo che il prefetto del capoluogo emiliano ha sospeso la firma della convenzione con la cooperativa Oasi di Siracusa, anche a Modena sono tornati a spulciare tra la documentazione, mentre a Trapani a occuparsi del caso sarà perfino l’Ispettorato del lavoro, che ha ricevuto una denuncia dai sindacati su una serie di presunte irregolarità nella contrattualizzazione dei dipendenti della struttura.A Modena l’inchiesta è stata affidata al pm Marco Niccolini, che intende fare luce sulle effettive garanzie offerte dall’Oasi. Dal ministero dell’Interno non è arrivato alcun commento all’inchiesta di Avvenire sulla nuova gestione di tre dei tredici Centri di identificazione ed espulsione. La questione, però, è immediatamente rimbalzata a Modena dove la cooperativa l’Oasi ha ottenuto dalla prefettura la gestione del Cie con trattativa privata. La gara d’appalto, infatti, non andò a buon fine.La validità dei contratti potrebbe infatti inciampare nei precedenti penali dell’attuale presidente della cooperativa siciliana, l’avvocato Emanuele Midolo, condannato a quattro mesi per falso in atto pubblico. «Niente di importante», ha spiegato Midolo rivelando che si trattò di «una banale diatriba con un magistrato, ma che questo non mette a rischio in nessun modo la validità e la legalità degli appalti assegnati all’Oasi».A Modena, però, il caso è finito sul tavolo del procuratore capo Vito Zincani. Un fascicolo nel quale si parla di presunte «omissioni» circa «precedenti gravi problematiche di gestione, occorse negli anni passati» ai vertici dell’Oasi quando questi si occupavano di "Alma Mater", l’ente a cui era affidata la struttura per immigrati di Cassibile (Siracusa), oggetto di una inchiesta finita nel nulla ma che come conseguenza portò alla chiusura della centro. Uno dei nomi che frequentemente ricorre è quello di Marco Bianca, professionista con una lunga esperienza nell’assistenza agli immigrati, ma incappato in varie polemiche. Al momento degli appalti Bianca era ai vertici dell’Oasi, ma proprio nei giorni scorsi «si è dimesso da ogni incarico – ha spiegato l’avvocato Midolo –, ma resta comunque un nostro consulente». Lo stesso Midolo è subentrato, a gare ormai vinte al presidenza della cooperativa, il commercialista Giuseppe Burgio.A sollevare dubbi c’è poi una missiva del 5 luglio, firmata dalla direzione provinciale del lavoro di Bologna e indirizzata al prefetto. La direttrice Emanuela Cigala a proposito dell’Oasi fra l’altro scriveva: «Ho potuto verificare dai documenti presentati dal Consorzio che, per fare un esempio, intendono pagare lo staff sanitario a circa 10 euro lorde all’ora, i mediatori e gli psicologi a circa 8 euro e gli assistenti di base a 10.07 euro orari comprensivi di oneri sociali. Cifre fuori da ogni logica di mercato».Come se non bastasse, la Cisl di Trapani ha addirittura chiesto l’intervento dell’Ispettorato del lavoro perché, sostiene il sindacato, durante il cambio di gestione tra il Connecting People e l’Oasi, per alcuni giorni gli operatori del Cie di Trapani-Milo avrebbero lavorato in nero.Agli inquirenti toccherà inoltre verificare la testimonianza di un tunisino di 26 anni che con altri 40 ha tentato di fuggire proprio del Cie trapanese: «L’igiene scarseggia e la nostra religione è poco rispettata – ha detto il ragazzo –, spesso ci danno da mangiare carne di maiale». E questo in un Cie non si era mai sentito.
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