martedì 28 ottobre 2014
Nella festa di santa Bakhita, si pregherà contro le schiavitù e lo sfruttamento sessuale. Con il sostegno di Papa Francesco.
IL CASO Aicha, la sposa bambina che si è salvata
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Una Giornata mondiale contro la tratta degli esseri umani e lo sfruttamento sessuale. La data sarà l’8 febbraio, festa di santa Giuseppina Bakhita, schiava sudanese liberata e divenuta religiosa canossiana, canonizzata nel 2000 da Giovanni Paolo II. A promuovere la prima edizione della giornata di preghiera, riflessione e azione contro le nuove schiavitù sono Uisg e Usg, le Unioni internazionali femminili e maschili dei superiori e delle superiore generali assieme a Caritas Internationalis, Talita Kum, Global Freedom Network, Ufficio tratta donne e minori dell’Usmi, assosciazione Slaves no more.

La giornata avrà il sostegno di papa Francesco che potrebbe ad esempio parlarne in un’udienza generale del mercoledì o ad un Angelus domenicale. L’annuncio è di suor Eugenia Bonetti, responsabile dell’Ufficio tratta donne e minori dell’Usmi, intervenuta al seminario organizzato alla Camera dall’Associazione Papa Giovanni XXIII e dal deputato di Per l’Italia Gianluigi Gigli sulla lotta alla prostituzione e lo sftuttamento.

La religiosa ha anche annuciato «un incontro in Vaticano il 2 dicembre tra i capi delle diverse religioni, compresi i buddisti, per firmare un decreto che dica basta alla tratta».

L’incontro è stata l’occasione per presentare un disegno di legge - primo firmatario Gigli, assieme ad altri sette deputati di Per l’Italia e dell’Udc – che propone di contrastare il fenomeno disincentivando la domanda, cioè colpendo il clienti. Legalizzare la prostituzione, come in Germania e Olanda, ha favorito la crescita del fenomeno. Il ddl Gigli - che ha già suscitato interesse tra parlamentari di Pd, Ncd, M5S - propone invece il «modello scandinavo» seguito da Svezia, Norvegia e Islanda: multe fino a 2 mila euro ai clienti, complici degli sfruttatori, lavori socialmente utili e per i recidivi reclusione fino a un anno.

In Svezia nel 1995 le prostitute erano circa 3mila, oggi sono 300 quelle di strada e altrettante quelle che esercitano con annunci in rete. Un decimo delle prostitute della Danimarca, che ha la metà della popolazione. Il numero di uomini che afferma di avere comprato sesso è sceso dal 12,7% del 1996 al 7,6 del 2008. La percentuale di uomini favorevoli alle sanzioni ai clienti è salito dal 20% del 1996 al 60% del 2008.

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