sabato 7 maggio 2016
In contemporanea in tutta Italia, in oltre 60 città, per una giornata di manifestazione nazionale a suon di giochi in scatola e da strada, premiando anche i bar che hanno già detto no alle macchinette. Tutti i numeri del "businness" di Azzardopoli.

IL COMMENTO Fermare l'azzardo, una vittoria per tutti di Leonardo Becchetti
No all'azzardo, oggi slot mob nazionale
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Azzardo. Un calcio...balilla contro l’azzardo. Stavolta in contemporanea in tutta Italia, in oltre 60 città, per una giornata di manifestazione nazionale a suon di giochi in scatola e da strada, premiando anche i bar che hanno già detto no alle macchinette. Dopo oltre 120 slotmob negli ultimi tre anni, arriva perciò lo Slotmob Festche questa mattina porterà nelle piazze italiane quanti vogliono dire basta al gioco d’azzardo proprio attraverso la festa e il gioco come gratuità. Anima della mattinata sarà il Manifesto di democrazia economica, «un cammino di libertà» dall’ossessione del gioco e di consapevolezza. «La presenza invasiva, ossessiva e crescente dell’azzardo in Italia – sono così le prime righe del documento – è un fenomeno sfuggito dalle mani di un apprendista stregone». E «come un moderno Robin Hood alla rovescia, accumula ricchezze togliendo ai più bisognosi ». La legalizzazione introdotta in Italia, infatti, ha incentivato un fenomeno invece di contenerlo, continuano gli organizzatori, «senza peraltro eliminare le mafie nel settore, con tutti i noti devastanti effetti collaterali, a cominciare dall’usura». Ma questo non è un destino «ineluttabile», perché «la consapevolezza dei problemi e l’impegno civico – concludono – sanno rovesciare rapporti di forza che sembrano impossibili da modificare». Cuore della manifestazione sarà piazza Re di Roma nella Capitale, dove interverranno anche il cardinale vicario Agostino Vallini, gli economisti Leonardo Becchetti e Luigino Bruni e il direttore di Caritas Roma monsignor Enrico Feroci.  (Alessia Guerrieri)Il grande 'affare' dell’azzardo vale 88 miliardi e 249 milioni. E lo Stato incassa 8,7 miliardi. Oltre la metà della cifra raccolta viene da Newslot e Vlt. Regione più 'azzardosa' la Lombardia, sul podio ma staccatissime anche Lazio e Campania. Sono i dati definitivi di 'azzardopoli' per il 2015 forniti dal sottosegretario all’Economia, con delega per il settore, Pier Paolo Baretta.  Il vice di Padoan li ha illustrati in commissione Finanze della Camera rispondendo ad un’interrogazione del deputato di Sel, Giovanni Paglia. Dati che confermano il ritorno ai livelli record di tre anni fa, dopo una leggera flessione nel 2013 e 2014. Dunque le preferenze degli italiani rimangono per le cosiddette 'macchinette'. Lo scorso anno hanno infatti speso 25 miliardi e 963 milioni in Newslot e 22 miliardi e 198 milioni in Vlt, gli apparecchi dove è possibile 'giocare' molto di più e dove, teoricamente, an- che le vincite sono più alte (fino a 500mila euro). E infatti i 'giocatori' le stanno sempre più preferendo (+3.41%), come confermano i dati ormai molto vicini malgrado le Newslot siano 340mila mentre le Vlt 'solo' 50mila. E ricordiamo che, come denunciato dalla Procura nazionale antimafia e dalla stessa Agenzia dei monopoli, le Vlt sono uno strumento molto utilizzato dalle mafie, perché più agevole, per riciclare denaro sporco. Dopo le 'macchinette' troviamo i 'giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo e giochi di sorte a quota fissa' con 12 miliardi e 502 milioni. Seguono le lotterie con 9 miliardi e 63 milioni, il lotto con 7 miliardi e 77 milioni, il 'gioco a base sportiva' con 5 miliardi e 592 milioni, il bingo con 1 miliardo e 598 milioni, le scommesse virtuali con 1 miliardo e 67 milioni, i 'giochi numerici a totalizzatore' con 1 miliardo e 55 milioni, i 'giochi di abilità a distanza a torneo' con 727 milioni, il 'gioco a base ippica con 636 milioni, il betting exchange con 541 milioni. Per quanto riguarda le regioni la classifica negativa vede in testa la Lombardia con ben 14 miliardi e 65 milioni finiti i 'macchinette' o altri mangiasoldi. Quasi il doppio della seconda in classifica, il Lazio che arriva 'appena' a 7 miliardi e 611 milioni. Seguono la Campania con 6 miliardi e 821 milioni, l’Emilia Romagna con 5 miliardi e 994 milioni, il Veneto con 5 miliardi e 850 milioni, il Piemonte con 5 miliardi e 60 milioni, la Toscana con 4 miliardi e 566 milioni, la Puglia con 4 miliardi e 74 milioni, la Sicilia con 3 miliardi e 890 milioni, la Liguria con 1 miliardo e 880 milioni, l’Abruzzo con 1 miliardo e 875 milioni, le Marche con 1 miliardo e 818 milioni, la Calabria con 1 miliardo e 651 milioni, la Sardegna con 1 miliardo e 542 milioni, il Friuli Venezia Giulia con 1 miliardo e 348 milioni, il Trentino Alto Adige con 1 miliardo e 180 milioni. In coda Basilicata con 486 milioni, Molise 352 milioni e Valle d’Aosta 132 milioni. Cifre per difetto. Come ha spiegato il sottosegretario Baretta in commissione Finanze, «il dato relativo al totale della raccolta complessiva del gioco d’azzardo con riferimento all’anno 2015, suddivisa per Regione, risulta inferiore al dato relativo al totale della raccolta complessiva distinta per tipologia di gioco. E questo dipende dalla circostanza che la raccolta del gioco a distanza non può essere riferita a specifiche aree geografiche». L’on line, infatti, non è direttamente collegabile a un territorio. Anche se è ben noto che soprattutto le scommesse sono diffusissime al Sud e in particolare in Campania.
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