sabato 6 giugno 2015
​Messaggio di Papa Francesco da Sarajevo ai partecipanti al 37° pellegrinaggio: pensate all'acqua del fiume, se si ferma si corrompe. In comunione con i cristiani perseguitati. (Lucia Bellaspiga)
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“Pensate all’acqua. Quando l’acqua non va avanti nel suo fiume ma è ferma, si corrompe”. Nello stadio marchigiano i centomila della Macerata-Loreto ascoltano il saluto che il Papa ha registrato per loro da Sarajevo. E l’analogia va dritta al cuore, nello stile di Francesco. Come l’acqua, anche “un’anima che non cammina nella vita facendo il bene, che non cammina cercando Dio, finisce nella mediocrità e nella miseria spirituale. Per favore: non fermatevi nella vita”. La metafora si rivolge ai pellegrini giunti per la 37esima volta da tutta Italia e dall’estero (ci sono anche alcuni islamici) per il cammino notturno che alle 22 di questa sera partirà dallo stadio di Macerata per arrivare domani mattina alle 6 alla Santa Casa di Maria nel Santuario di Loreto. Ma si rivolge anche a tutti noi che abitiamo il mondo, se “il pellegrinaggio è un simbolo della vita stessa”. Sulla strada di asfalto, come in quella dei nostri giorni, può accadere di inciampare, “tutti abbiamo avuto delle cadute, ma se tu hai fatto uno sbaglio alzati subito e continua a camminare. E se hai bisogno di fermarti, che sia per prendere fiato e andare avanti”. Nell’incitamento di Francesco, la speranza non demorde mai perché è certezza: “Chi cammina può sbagliare strada, ma se sbagli strada, torna. Torna, perché c’è la misericordia di Dio”.

Il titolo del pellegrinaggio, “Accarezzàti dalla misericordia”, è nato proprio il 7 marzo scorso, quando Papa Francesco incontrò in udienza il movimento di Comunione e Liberazione a 60 anni dalla sua nascita e a 10 dalla scomparsa del suo fondatore, monsignor Luigi Giussani: “Il luogo privilegiato dell’incontro con Dio è la carezza della misericordia di Cristo verso il mio peccato”, avvertì quel giorno. Il peccato come via di salvezza perché ci invoglia a cambiare. “Ti basta la mia grazia, la mia forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”, ha ricordato anche don Juliàn Carròn, presidente di Cl, nel messaggio per il cammino, citando san Paolo. E chi più debole dei cristiani oggi perseguitati nel mondo? Eppure “ci testimoniano ogni giorno che Cristo è una presenza che riempie di letizia consentendo di vivere in qualunque situazione”, conclude Carròn. In attesa della Messa, che sarà celebrata alle 21, le testimonianze.

Lo stadio ammutolisce quando tocca a padre Douglas Bazi, parroco di Erbil in Iraq, che chiede via video ai 100mila “di restare uniti a noi nella preghiera perché con essa si abbatte qualsiasi porta chiusa. Voglio che sappiate che ci uccideranno, forse non avrò più un’altra occasione di parlare con voi, ma sono certo che non cambieranno la nostra mente. Voi fratelli, che siete là in attesa della Messa, ricordate che anche noi siamo una parte del corpo e il capo di quel corpo è Gesù Cristo”. E’ musulmano, invece, Wael Farouq, professore egiziano che spiega perché anche lui è in cammino con i pellegrini verso Maria: tra gli altri, “per i cristiani d’Iraq, pronti a lasciare tutto e ad andare esuli negli stenti pur di non rinnegare il loro Dio. Il minimo che potessi fare era essere qui con voi”. Ai cristiani lontani va il pensiero anche del cardinale australiano George Pell, primo Prefetto della segreteria per l’Economia della Santa Sede, che prima di celebrare la Messa nello stadio ha appena incontrato i giornalisti: “E’ una tragedia immane, mai nella storia i cristiani avevano subìto una persecuzione così diffusa. Occorre pregare ma anche aiutarli”. E’ commosso e colpito dalla marea di giovani, “in Australia non esiste tutto questo. Oltre a tutto nella serata in cui si gioca la finale di Champions League”, sorride. "Ho messo la testa nello stadio e ho visto uno spettacolo che mi ha davvero commosso". Come ogni anno, alle 22 lo stadio si svuoterà ela marea umana inizierà a percorrere i 28 chilometri, pregando, cantando, stando in silenzio. Con loro, come da 37 anni, il vescovo di Fabriano-Matelica, Giancarlo Vecerrica, ideatore del cammino, e per la prima volta il neo vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia Nazzareno Marconi. Ma anche i lavoratori marchigiani della Indesit, appena acquistata dalla multinazionale americana Whirpool, che ha già annunciato la chiusura di quattro stabilimenti e la mobilità per duemila operai. L'ultima a entrare sul sagrato, domani verso le 7, la statua lignea che riproduce la Madonna Nera di Loreto, portata a spalla dagli Aviatori di cui è protettrice: aspetterà che anche l'ultimo pellegrino, il più stanco e dal lento passo, abbia fatto il suo ingresso nella piazza e concluso il suo personale cammino.

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