venerdì 6 novembre 2015
​Il Pontefice ha ricevuto in udienza una delegazione dei Centri di Aiuto alla Vita, "occasione di speranza e di rinascita per tante persone", invitandoli a difendere chi viene privato della dignità dai "briganti di oggi".
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​Difendere la vita umana "dal concepimento al suo naturale tramonto" e promuovere la famiglia sono delle priorità per i cristiani, strettamente collegate con il sostegno solidale verso qualsiasi forma di disagio sociale, laddove ci sono persone "derubate della dignità". Lo ha detto Papa Francesco, che ricevuto stamattina in udienza una delegazione dei Centri di Aiuto alla Vita. "L’uomo del Vangelo che scendeva da Gerusalemme a Gerico finendo preda di ladri, derubato e malmenato continua a percorrere le strade delle città di oggi – magari con le tasche vuote o con una malattia addosso o il viso pieno di rughe o con tratti somatici diversi – alla ricerca del suo buon Samaritano" ha detto il Pontefice invitando fedeli a mettersi al fianco dei più poveri. Samaritani dal cuore aperto sono le donne e gli uomini che prestano servizio nei Centri di Aiuto alla Vita, strutture del Movimento per la Vita italiano che, ricorda Papa Francesco, si spendono anzitutto per consentire alle mamme in difficoltà di non spezzare il dono della vita che cresce dentro di loro. Ma, afferma il Papa… “…per i discepoli di Cristo, aiutare la vita umana ferita significa andare incontro alle persone che sono nel bisogno, mettersi al loro fianco, farsi carico della loro fragilità e del loro dolore, perché possano risollevarsi. Quante famiglie sono vulnerabili a motivo della povertà, della malattia, della mancanza di lavoro e di una casa! Quanti anziani – quanti anziani! – patiscono il peso della sofferenza e della solitudine! Quanti giovani sono smarriti, minacciati dalle dipendenze e da altre schiavitù, e attendono di ritrovare fiducia nella vita!”. Francesco chiede ai Centri di avere dunque un cuore più dilatato, oltre il pur “doveroso e nobile” servizio alla vita. Di essere samaritani che abbracciano con “sensibilità personale e sociale” ogni forma di disagio, “di povertà e di sfruttamento”, che spesso trova occhi ciechi in quello che definisce “il deserto della vita”. “Anche nel nostro tempo ci sono ancora tanti feriti, a causa dei briganti di oggi, che li spogliano non solo degli averi, ma anche della loro dignità. E di fronte al dolore e alle necessità di questi nostri fratelli indifesi, alcuni si voltano dall’altra parte o vanno oltre, mentre altri si fermano e rispondono con dedizione generosa al loro grido di aiuto”. In 40 anni di attività, ricorda invece il Papa, gli aderenti al Movimento per la Vita, davanti alle “varie forme di minacce alla vita umana”, si sono “dati da fare affinché nella società non siano esclusi e scartati quanti vivono in condizioni di precarietà”: “Mediante l’opera capillare dei ‘Centri di Aiuto alla Vita’, diffusi in tutta Italia, siete stati occasione di speranza e di rinascita per tante persone. Vi ringrazio per il bene che avete fatto e che fate con tanto amore, e vi incoraggio a proseguire con fiducia su questa strada, continuando ad essere buoni samaritani! Non stancatevi di operare per la tutela delle persone più indifese, che hanno diritto di nascere alla vita, come anche di quante chiedono un’esistenza più sana e dignitosa”. E concludendo con uno sprone a “lavorare, a diversi livelli e con perseveranza, nella promozione e nella difesa della famiglia, prima risorsa della società, soprattutto in riferimento al dono dei figli e all’affermazione della dignità della donna”, Francesco evidenzia un aspetto strettamente legato all’attualità: “Mi piace sottolineare che nella vostra attività, voi avete sempre accolto tutti a prescindere dalla religione e dalla nazionalità. Il numero rilevante di donne, specialmente immigrate, che si rivolgono ai vostri centri dimostra che quando viene offerto un sostegno concreto, la donna, nonostante problemi e condizionamenti, è in grado di far trionfare dentro di sé il senso dell’amore, della vita e della maternità”.
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