venerdì 6 novembre 2015
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L’annuncio dei libri, gli arresti in Vaticano, le anticipazioni, le presentazioni, l’uscita in libreria. La “saga” dei due volumi di Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, scritti su documenti fatti filtrare fraudolentemente dai Sacri Palazzi, continua, a puntate quotidiane. Ieri, sul caso, ha fatto sentire la sua voce il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, a margine del convegno all’ospedale Gaslini di Genova. «Il Papa non è assolutamente solo, è circondato e sostenuto lealmente da tutti i vescovi», ha detto Bagnasco, definendo un’«intenzione diabolica» quella di chi prova a far passare il contrario. «Per questo – ha aggiunto – non ho nessuna preoccupazione circa questa immagine di divisione che si vuole accreditare presso l’opinione pubblica, per creare ulteriore disorientamento».  Insieme al presidente, anche il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, il vescovo Nunzio Galantino, è tornato sul clamore di “Vatileaks”: «La spinta di papa Francesco, e prima di Benedetto, sta portando i suoi frutti. Ho l’impressione che qualcuno stia perdendo la calma per questo rinnovamento». E rivolgendosi idealmente ai due giornalisti al centro della scena: «Mi piacerebbe dire all’ineffabile Fittipaldi e all’ineffabile, per due volte, Nuzzi: è possibile conoscere le cifre delle vostre grandi operazioni editoriali? Io, al posto loro, poco poco mi vergognerei a fare le pulci agli altri in maniera ideologica, senza guardare a se stessi». Di fondo, per Galantino, c’è «il fatto che ad alcuni dà fastidio che ci sia una Chiesa che, in questo momento, parla in modo più chiaro rispetto al passato, chiamando le cose con il loro nome». Un’altra presa di posizione ferma è arrivata dalla presidenza dell’Azione cattolica, che in un comunicato esprime al Papa «i più profondi sentimenti di affetto e filiale vicinanza, di solidarietà per i gravi atti di slealtà che vengono compiuti a danno della Chiesa e della Sua persona, di gratitudine per la sua incessante opera di riforma e purificazione della Chiesa stessa». Il Rinnovamento nello Spirito Santo, dal canto suo, osserva che "mai nella Chiesa mancheranno scandali; sempre Pietro e i Suoi fratelli saranno perseguitati nell’esercizio della fedeltà al Vangelo di Gesù. Così è stato. Così sarà. Ma la Chiesa, tribolata e perseguitata, rinasce ancora più bella proprio perché purificata e capace di passare dalla vittoria della croce", e ribadisce poi "affetto profondo e vicinanza spirituale a Papa Francesco e ai Suoi più vicini collaboratori". Vicinanza al Papa anche dall’Age (Associazione italiana genitori). In una nota il presidente Fabrizio Azzolini sottolinea «lo spirito di servizio e la fermezza nella misericordia» con cui Francesco sta guidando la Chiesa ringraziandolo del bene che sta facendo nel riformarla, nel rinnovare la pastorale, nel sottolineare la bellezza della famiglia, valore insostituibile, che apre alla società una prospettiva più umana. Uscire dal polverone e guardare ai fatti: è quello che ha suggerito di fare il sostituto della Segreteria di Stato vaticana, l’arcivescovo Angelo Becciu, in un’intervista a Tv2000. «Quello che pubblicano i due libri non è altro che il lavoro fatto, per volontà del Papa, per cercare di rendere più trasparente e funzionale tutta l’amministrazione della Santa Sede ». E ha aggiunto: «È chiaro che nelle analisi sono venute fuori delle disfunzioni ed è questo quello che pubblicano i due libri. Era già conosciuto tutto questo, era magari riservato all’interno del Vaticano ma ogni Stato ha la sua parte di riservatezza. Penso che fosse necessario mantenere il segreto, non perché la gente non sapesse ma perché era espressa volontà del Papa una volta individuate le cose che non andavano che si mettesse rimedio». Sulla questione degli immobili, Becciu ha poi invitato al buon senso. «Sugli appartamenti vaticani non bisogna essere populisti, rimangono alle persone fino al termine dell’incarico per poi passare ad un altro. Sono appartamenti ereditati dalla storia, non sono funzionali ma che facciamo li dobbiamo distruggere? Facciamo altri appartamenti? Dobbiamo uscire da Roma? Così si spenderebbero ancora più soldi».  Tra i cardinali tirati in ballo da Nuzzi e Fittipaldi per via dell’appartamento in cui abita in Vaticano e dei suoi costi di ristrutturazione, c’è il segretario di Stato emerito, Tarcisio Bertone. «È una vergogna, non so come difendermi, difendersi dalle calunnie è quasi impossibile», ha detto il porporato al Corriere della Sera,  fornendo poi la sua versione dei fatti. «Il Governatorato mi ha comunicato una spesa sui 300mila euro: ho pagato con i miei risparmi per un appartamento che non è di mia proprietà e resterà al Governatorato». E alla domanda sui 200mila euro che sarebbero stati versati dalla Fondazione Bambino Gesù, ha risposto: «Così dicono», «solo dopo ho saputo che erano state presentate fatture anche alla Fondazione. Io non ho visto nulla. Ed escludo in modo assoluto di aver mai dato indicazioni o autorizzato la Fondazione ad alcun pagamento».  Di «affermazioni false e fuorvianti circa la gestione delle spese del cardinale George Pell e delle spese sostenute dalla Segreteria per l’economia per tutto il 2014», ha parlato ieri un portavoce del dicastero vaticano che ha fornito una dettagliata replica a dati e cifre rilanciate dalla stampa: dai costi di trasporto aereo da parte del personale, «in nove mesi meno di 4.000 euro», alla scelta di un appartamento vaticano per ospitare esperti internazionali, opzione meno costosa rispetto a hotel e Domus varie. E sottolineando che la «Segreteria ha completato l’anno ben al di sotto del suo bilancio 2014 ed è stato uno dei pochi enti a proporre una riduzione della spesa nella sua richiesta di budget 2015».
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