«Vicini alla sinistra». «E Vannacci?» Non siamo partigiani. Abbiamo idee
venerdì 3 maggio 2024
Caro Avvenire, scrivere un libro in cui si discriminano i cittadini omosessuali e si esprimono perifrasi infelici nei confronti di migranti, donne, ambientalisti, rilasciare dichiarazioni inconcepibili (tipo «Mussolini statista»), prospettare la possibilità di classi separate per i disabili: evidentemente in quest’Italia sono i requisiti per poter correre da capolista alle Europee. Marcello Buttazzo Caro Avvenire, ho letto l' articolo di Andrea Lavazza sul caso Fassino e sono d'accordo su tutto, soltanto mi chiedo se questo discorso valga solo per gli esponenti della sinistra. Se fosse successo a qualcuno appartenente alla destra, ci sarebbe stata tanta delicatezza? Perché credo che in Italia siamo soliti usare due pesi e due misure. Maria Silvana Cari lettori, resto fedele al titolo di questa rubrica dando volentieri spazio a voci diverse e accettando la doppia provocazione. Da sempre, i partigiani di un’idea o di un partito usano due pesi e due misure. “Avvenire” si dichiara esplicitamente «quotidiano di ispirazione cattolica» (per coloro ai quali fosse sfuggito, si legge sopra la gerenza nella pagina “lettere e idee”). Non nascondiamo quindi i valori e i principi che ci guidano, senza essere però faziosi o prevenuti in tutti gli ambiti che tocchiamo come giornale. Di conseguenza, la cautela che ho difeso circa la vicenda di Piero Fassino (ora formalmente indagato per furto e forse vittima di qualche stato di alterazione che qui non possiamo indagare) la applichiamo anche a esponenti del governo coinvolti in situazioni più o meno assimilabili. Consideri, per esempio, cara signora Maria Silvana, come abbiamo trattato il caso del colpo partito a Capodanno dalla pistola del deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo, presente anche il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, anch’egli di Fdi. Oppure le inchieste che stanno coinvolgendo la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Ci siamo contenuti in una cronaca rispettosa dei fatti e delle dichiarazioni espresse da tutti gli interessati. Nei pochi commenti, abbiamo sempre ribadito la presunzione d’innocenza, sottolineando, quando necessario, i motivi di opportunità che avrebbe consigliato condotte o scelte diverse da parte di rappresentanti delle istituzioni. Ciò che mi sento adesso di raccomandare all’onorevole Fassino: chiarisca
al più presto, nelle giuste sedi, una storia che sta procurando discredito a lui e imbarazzo ai suoi sostenitori. Quanto a Roberto Vannacci, caro Buttazzo, è difficile non concordare: il razzismo biologico che sembra affiorare da alcune sue reiterate esternazioni, scritte e verbali, costituisca un’indelebile macchia sulla candidatura, peraltro perfettamente legittima. Il gioco dell’affermare per vedere che effetto fa e poi di precisare sembra frutto di un progetto spregiudicato per catturare voti in quell’area del Paese che il politologo Carlo Galli, nel suo recentissimo libro La destra al potere (Cortina), definisce attratta da «un conservatorismo nazionalistico e tradizionalistico», un «movimento di popolo contro le élites» che assume «questioni etiche e valoriali fortemente divisive». Fui il primo a stigmatizzare su “Avvenire” alcuni passaggi urticanti del libro Il mondo al contrario. Il tema dell’inclusione dei ragazzi disabili a scuola è stato poi efficacemente affrontato da Toni Mira sul sito Avvenire.it. Si vedrà il 10 giugno che numero di preferenze avrà raggiunto il generale. Sarà un test indicativo di quanto certe pulsioni covino nella pancia della nostra Italia. Speriamo che il termometro non segni febbre alta. © riproduzione riservata
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