giovedì 16 maggio 2024
Tutti i particolari della visita di Francesco in città il prossimo 18 maggio: perché l'evento, chi parteciperà, dove verrà celebrata la Messa
Una veduta aerea dell'Arena di Verona

Una veduta aerea dell'Arena di Verona - .

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L’immagine che tiene insieme tutto – il grande evento ecclesiale e di popolo con la visita del Papa, la mobilitazione dei movimenti della società civile, il confronto intellettuale, persino la kermesse artistica – è il bacio. E non solo ovviamente perché siamo a Verona, la città di Romeo e Giulietta. «Giustizia e pace si baceranno» recita il Salmo biblico 85, che descrive la storia dell’amore perduto e poi ritrovato tra Dio e il suo popolo, e il 18 maggio dalla città scaligera è proprio questo l’appello che oltre 30mila persone metteranno nelle mani di Francesco sperando che non si tratti soltanto d’un gesto simbolico, o della buona intenzione di una giornata.

C’è un’Italia che chiede pace, che lavora per la pace concretamente ogni giorno. E la pace d’altronde «non è un momento, non è un evento – mette subito in chiaro fratel Antonio Soffientini, missionario comboniano e rappresentante di Nigrizia e Fondazione Nigrizia, tra le realtà promotrici di Arena di pace 2024 –. Quando siamo partiti con l’idea di riprendere Arena di pace, rilanciando la tradizione degli incontri organizzati a Verona fin dal 1986, l’ultimo nel 2014, abbiamo pensato a un cammino, a qualcosa che dal 18 maggio prenda una sua strada». Quale, ripetono tutti, è impossibile da prevedere, ma al tavolo della conferenza stampa di presentazione della giornata è palpabile la sensazione che per la prima volta, a chiedere una svolta, il Papa non sarà più da solo. E che quella svolta deve partire dai tavoli non solo delle trattative e del disarmo, ma anche dell’uguaglianza, dell’integrazione, del rispetto dell’ambiente, della dignità del lavoro.

Eccoli, i cardini della giustizia sociale senza cui nessuna pace è possibile, e su cui insiste il vescovo Domenico Pompili: sono i temi che riuniranno quasi 600 delegati di più di 200 associazioni e movimenti italiani già da venerdì 17 a Verona «e da cui prenderanno forma le domande che verranno poste a Francesco sul palco dell’Arena in mattinata» spiega. Un momento a cui seguirà un doppio collegamento con la Terra Santa, «uno in Israele e uno in Cisgiordania – continua Pompili – per poter fare simbolicamente incontrare israeliani e palestinesi per un segno di speranza». E poi momenti di musica e di spettacolo con tanti ospiti italiani e internazionali.

L'Arena di pace

A condurre la mattinata, che sarà trasmessa in diretta su Raiuno per la parte col Papa e integralmente sul sito di Avvenire, saranno Riccardo Iacona conduttore di Presa diretta, Greta Cristini, reporter e analista geopolitica, Marino Sinibaldi, giornalista, critico letterario e conduttore radiofonico. Assieme ai volti storici di Arena di pace come padre Alex Zanotelli e don Luigi Ciotti, numerosi saranno gli attivisti di rilievo che porteranno la loro testimonianza nell’anfiteatro scaligero, tra questi: Vanessa Nakate, attivista ugandese, nota per il suo impegno per promuovere politiche di contrasto al cambiamento climatico; Mahbouba Seraj, giornalista afgana e attivista per i diritti delle donne, candidata al Nobel per la Pace; Joao Pedro Stedile, economista e attivista sociale brasiliano fondatore dei movimenti popolari brasiliani; Andrea Riccardi, storico, politico e attivista italiano, fondatore nel 1968 della Comunità di Sant'Egidio. Tra gli artisti, invece, saranno presenti il più grande cornamusista del mondo Hevia, gli attori Alessandro Bergonzoni e Matteo Martari, l'autore russo in esilio e vincitore del premio Strega Europa Michail Pavlovič Šiškin, il cantante nigeriano arrivato in Italia con uno dei tanti barconi che attraversando il Mediterraneo Chris Obehi. E ci sarà spazio anche per la presentazione della campagna del nostro quotidiano “Donne per la pace”, iniziata lo scorso 8 marzo.

L'incontro a San Zeno

Ma l’incontro all’Arena è solo un tassello di un evento che sta mobilitando tutta Verona, nessuno escluso, con l’obiettivo di dimostrare che si può (e si deve) fare pace nella quotidianità, collaborando per uno stesso obiettivo comune. Si comincerà così al mattino presto nella basilica di San Zeno, dove il Papa dalle 9 in avanti incontrerà i sacerdoti, i presbiteri e le suore di tutta Verona, per poi abbracciare i quasi 7mila bambini e ragazzi della diocesi accompagnati da genitori e catechisti e protagonisti di percorsi educativi incentrati sulla pace e il rispetto dell’altro nelle scuole: un assaggio di Gmb (il grande evento in programma a fine maggio a Roma), animato da gruppi musicali, esibizioni, testimonianze.

Il pranzo coi detenuti e la Messa allo stadio

Poi il momento di riconciliazione e di dialogo coi detenuti e col mondo del carcere, non solo segnato dalla visita alla Casa circondariale di Montorio, dove il Papa pranzerà coi reclusi alle 12.30. Questi ultimi sono stati coinvolti fattivamente nella realizzazione della giornata: nei laboratori artigianali della struttura – dove sono attivi numerosi percorsi di formazione professionale – sono stati creati gli allestimenti in legno per il palco dell’Arena e i cuscini delle sedute, mentre dai detenuti di Castelfranco Emilia (Modena) arrivano le oltre 30mila ostie che verranno utilizzate durante la Messa allo stadio Bentegodi nel pomeriggio.

È questo l’evento culmine della giornata veronese, costruito anche in questo caso attorno al tema “giustizia e pace” fin nei più piccoli particolari (i paramenti per i presbiteri sono realizzati con materiale riciclato e confezionati con l’ausilio delle persone più fragili; i vari lettori delle preghiere dei fedeli, così come le persone che porteranno i doni all’offertorio, rappresenteranno i differenti volti della Chiesa di Verona). Protagoniste, qui, anche le persone con disabilità: oltre 500 quelle che incontreranno il Pontefice e che hanno scritto alla diocesi chiedendo di partecipare alla giornata, coi loro familiari.

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