giovedì 9 maggio 2024
La presentazione di una proposta di legge sul tema è una risposta al bisogno di affidare a personale docente preparato i percorsi dei ragazzi con disabilità
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Com’era prevedibile quando si parla di inclusione scolastica, la presentazione della proposta di legge «Introduzione della cattedra inclusiva nelle scuole di ogni ordine e grado» ( https://www.agenziaiura.it/cattedra-inclusiva/ ), ha innescato un ampio e fecondo dibattito che vede posizioni favorevoli e altre contrarie.

Le prime esprimono la necessità di un forte cambiamento che porti a un salto di qualità dell’inclusione.

Altri, al contrario, ritengono che basterebbe mettere in pratica la normativa esistente per ottenere un risultato simile. Si aggiungono poi preoccupazioni che, come esito di questa proposta di legge, vi possa essere una riduzione dei posti dell’organico e dei posti di sostegno. Alcuni paventano l’innesco di una possibile confusione organizzativa, altri che sia una riforma irrealizzabile e impraticabile, altri ancora che si intacchi un sistema ritenuto, a ragione o a torto, un punto di riferimento anche all’estero.

Noi rileviamo invece che negli ultimi anni alcune normative siano andate a compromettere la visione complessiva di una scuola di tutti e per tutti complice la scarsa attenzione al processo di rinnovamento iniziato coraggiosamente circa 50 anni fa. Tra tagli e ulteriore isolamento non possiamo che constatare difficoltà e fatica nel garantire percorsi consolidati per il diritto universale all’istruzione possibile e credibile solo crescendo in un contesto di appartenenza inclusivo.

Nel tempo si sono incuneate nel sistema molte criticità che hanno dato adito a Galli della Loggia addirittura di sentenziare, sul Corriere della sera, che l’inclusione è soltanto un mito ed una mera illusione.

Ci soffermiamo qui soltanto su alcune di queste criticità.

Negli ultimi anni la richiesta di docenti di sostegno è cresciuta spropositatamente: questo è fattuale. La causa principale è l’aumento delle certificazioni di alunni con disabilità e bisogni educativi speciali. A ciò si aggiunge il fenomeno del massivo trasferimento su posto comune degli insegnanti specializzati, dopo i cinque anni obbligatori di permanenza nel sostegno.

Le conseguenze: i ragazzi con disabilità vengono troppo spesso seguiti da docenti senza specializzazione e talvolta privi di titoli di studio idonei e di un minimo di esperienza. Supplenti che si susseguono ripetutamente addirittura nello stesso anno, con ciò che deriva in termini di qualità dell’apprendimento e delle relazioni.

L’inclusione riguarda tutti e tutti i docenti si sarebbero dovuti formare: ciò non è stato!

Si è preferito puntare soltanto sulla figura dell’insegnante di sostegno che si è dovuto specializzare a proprie spese per entrare nel mondo della scuola meramente come una opportunità di lavoro, spesso di ripiego.

In questo scenario noi affidiamo i nostri figli a persone impreparate che neanche conosciamo in quanto vengono assunte soltanto in base a graduatorie senza alcun colloquio e senza affiancamento.

I docenti su cattedra comune o disciplinare, da parte loro, non avendo un minimo di formazione, delegano al sostegno l’istruzione e l’educazione dell’alunno con disabilità rinunciando alla corresponsabilità educativa.

Questo ha plasmato e cristallizzato il fenomeno dell’esclusione: troppo spesso i ragazzi vengono portarti fuori dalla classe frequentata dai loro compagni per essere confinati nell’aula di sostegno. Esclusi di fatto insieme ai loro insegnanti che vivono con grande frustrazione questa situazione.

Non sono rare anche le più subdole esclusioni che costringono gli insegnanti di sostegno ad appartarsi con l’alunno in un angolo della classe, con il silente mandato di non dare fastidio mentre l’insegnante fa la sua lezione frontale, non tenendo conto minimamente che in classe esiste anche questo alunno e altri alunni che seguono con difficoltà.

Con la proposta di legge vogliamo agire per interrompete questo meccanismo perverso che porta all’uso di insegnanti non specializzati che dovrebbero essere di sostegno all’alunno con disabilità e alla sua classe. La delega e l’esclusione non hanno più motivo di esserci in quanto tutti gli insegnanti, con la legge proposta, sono specializzati e sono in grado di insegnare a tutti gli alunni che sono nella loro classe.

Infine restituiamo ai docenti, alla scuola e al sistema stesso quella stabilità e quella continuità di cui si ha un’urgente necessità per i ragazzi ed è una delle più decise richieste delle famiglie anche in funzione della transizione alla vita adulta dei loro figli.

Non è un’utopia, non è un sogno da visionari. Si può fare con i tempi adeguati e con una condivisione diffusa e il dibattito in corso, anche se aspro talvolta, è un buon segnale.

*

Fernanda Fazio è a

rchitetto, docente specializzato, formatore e docente nei corsi di specializzazione per gli insegnanti di sostegno presso diversi Atenei romani. Ha lavorato in scuole sperimentali e su cattedre di sostegno per numerosi anni.

Nicola Striano è docente con specializzazione monovalente per l'insegnamento agli alunni sordi, minorati della vista e psicofisici. Già referente del CTS e della scuola Polo Provinciale per l'inclusione, capofila del Lazio, presso l'IIS De Amicis-Cattaneo Roma. Formatore nei corsi di Specializzazione Universitari

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