martedì 7 maggio 2024
“Il male che hai dentro”, l’ultimo romanzo di Marco Erba, affronta le “tribulazioni” degli adolescenti di oggi tra bullismo, relazioni tossiche e amorose
Lo scrittore Marco Erba

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I lettori di Avvenire apprezzano Marco Erba per i suoi articoli, sempre appassionati, sul mondo della scuola e dell’adolescenza. Si sente che Erba conosce bene ciò di cui parla (cosa che non sempre si può dire di coloro che affrontano questi argomenti sui giornali e in tv). Ciò si percepisce molto chiaramente anche dalla lettura del suo nuovo romanzo, Il male che hai dentro (Rizzoli, pagine 408, euro 17,00). Il target di lettura indicato dall’editore è quello dei ragazzi dagli 11 anni in su, ma diciamo subito che si tratta di un romanzo che può senz’altro coinvolgere anche i lettori adulti per le tematiche affrontate e per le riflessioni che esse sono in grado di sollecitare. Al centro della narrazione ci sono due personaggi principali. Elisa, detta Eli, una ragazza di 16 anni, studentessa liceale intelligente e capace di appassionarsi alle materie di studio (soprattutto alla letteratura, che legge in chiave personale e poco scolastica) ma che fatica a farsi apprezzare per il proprio valore dagli insegnanti (in particolare dalla temibile e scostante professoressa di lettere). Eli è molto bella, ma è profondamente insicura. Per questo accetta passivamente le discutibili modalità di relazione instaurate da Angelo, detto Mare per il colore azzurro degli occhi, che è da poco diventato il suo ragazzo: altrettanto bello, ma manipolatore e controllante. L’altro protagonista della storia è un compagno di Eli, Cristian, che da quando era piccolo vive in affido a una coppia. Per la propria introversione, Cristian è oggetto di bullismo da parte dei coetanei (tra i quali “Mare” e la corte di scagnozzi che lo assecondano nei suoi atti di teppismo), ma trova riscatto nello sport, il ciclismo, che pratica con ottimi risultati, anche grazie al sostegno del suo allenatore, il quarantenne Mike. Quest’ultimo riesce a capire il ragazzo, perché anche lui è abituato a lottare per affermare se stesso contro le discriminazioni omofobe di cui è stato ed è tuttora vittima: a qualcuno - siamo in un piccolo centro del Nord, dove allignano, anche a livello politico, pulsioni razziste nei confronti degli stranieri e dei “diversi” - non sta bene che ad allenare i ragazzi sia un omosessuale. È stato proprio Cristian un giorno a trovare sul parabrezza dell’auto di Mike un biglietto anonimo, scritto con un normografo, pieno di insulti e di minacce. Mentre la relazione tra Eli e Mare procede tra alti e bassi (e la ragazza acquisisce sempre più la consapevolezza della tossicità del loro rapporto), a Mike succede uno strano incidente, che mette in sospetto sia Eli sia Cristian. Altri personaggi di contorno, positivi e negativi, arricchiscono il quadro: Adri, l’amato zio di Eli, un professore di Italiano osannato dagli studenti dell’istituto professionale dove insegna; Federico, un amico di Eli, figlio di un agente di polizia, che non vede nel figlio le qualità che avrebbe desiderato e che per questo non perde occasione per ferirlo manifestandogli il proprio disprezzo (sarà proprio Federico ad avere un ruolo centrale nell’epilogo della vicenda); il nonno di Eli, il potente sindaco del paese, che forse è meno buono di quanto la nipote ha creduto fino a questo momento. Il male che hai dentro è un romanzo ben costruito nella struttura, con uno stile sempre aderente alle cose raccontate, credibile nella caratterizzazione dei personaggi, efficace per il movimento conferito al testo da dialoghi sempre dotati del giusto ritmo, dotato, soprattutto nella seconda parte, di una certa dose di suspense relativa al mistero, tutto da sciogliere, di ciò che è successo davvero a Mike. Alcuni momenti risultano particolarmente felici: come le pagine che descrivono la conversazione, un po’ surreale e al tempo stesso perfettamente verosimile, tra Adri e un suo studente o quelle incentrate sul rapporto sempre più problematico tra Cristian e i genitori affidatari (rapporto che spesso proprio con l’adolescenza tende a entrare in crisi per le mille domande che il ragazzo finisce per porsi). Ma possiamo dire che un po’ tutto il libro è ricco di spunti di interesse, offerti da temi e motivi di grande attualità nella nostra società. Se al bullismo e all’omofobia abbiamo già accennato, aggiungiamo che con il suo libro Marco Erba esplora la psicologia adolescenziale, le dinamiche di gruppo, le tensioni nei rapporti familiari, la mancanza di dialogo tra genitori e figli, l’incapacità degli adulti di valorizzare i talenti dei giovani, i pericoli di un uso criminale (l’aggettivo non sembri esagerato) dei social network con i discorsi d’odio e i ricatti a sfondo sessuale, la solitudine dei ragazzi e la loro fragilità emotiva, il rischio di sviluppare dipendenze di vario tipo (compresa quella sentimentale) a fronte di una mancanza di autostima che si cerca di colmare nei modi sbagliati. Con un messaggio centrale che possiamo sintetizzare con le parole che a un certo punto Mike consegna a Eli: « Ricordatelo, la tua fragilità è la tua forza. Ogni caduta è una rampa di lancio».RISERVATA

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