martedì 26 novembre 2013
Il tribunale ha giudicato un uomo e una donna colpevoli di alterazione dello stato civile. Avrebbero fatto nascere in Ucraina due gemelli, poi dichiarati figli propri, concepiti attraverso la fecondazione eterologa con il seme dell'uomo e l'ovulo di una donna ucraina. La moglie ha sempre dichiarato di essere stata lei a partorire i bambini.
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Il tribunale di Brescia ha condannato a cinque anni e un mese, per alterazione dello stato civile, una coppia di Iseo (Brescia) che secondo i giudici avrebbe fatto nascere in Ucraina due gemelli concepiti con la fecondazione eterologa attraverso l'impianto del seme dell'uomo nell'ovulo di una donna ucraina che avrebbe  portato a termine la gravidanza. L'ospedale dov'è avvenuto il parto, a Kiev nel maggio del 2011, avrebbe falsificato la cartella clinica dei neonati.L'esame del Dna ha stabilito che i due bambini sono effettivamente figli dell'uomo, un cinquantenne bresciano, ma non della moglie, anche lei bresciana. Nel corso del processo la coppia ha sempre negato la tesi della Procura e la donna ha ripetutamente dichiarato di essere stata lei a partorire i due bambini mentre si trovava a Kiev con il marito per un viaggio d'affari. La donna è stata anche sottoposta a una perizia medico legale allo scopo di accertare l'origine di una cicatrice addominale che a suo dire sarebbe il segno di un parto cesareo. I medici non sono stati però in grado di stabilire l'effettiva natura del taglio. Il Tribunale ha trasmesso gli atti del processo alla Procura allo scopo di indagare sull'eventualità che un medico abbia potuto favorire la coppia nel compiere il reato. Secondo quanto riportato da un giornale locale, un'intercettazione avrebbe registrato la richiesta della donna a un medico amico di praticarle un taglio all'altezza del ventre per simulare gli esiti di un cesareo.
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