giovedì 22 giugno 2017
La presentazione del libro contro la maternità surrogata scritto da una femminista autorevole come Daniela Danna nel programma della Pride Week di Milano sta suscitando polemiche tra le sigle gay.
Maternità surrogata, censura arcobaleno?
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È giusto presentare un libro "ostile" alla maternità surrogata all’interno di una rassegna dell’orgoglio omosessuale? In altre parole, più esplicite (vedi www.gaypost.it): «Può un Pride ospitare un evento contro i papà gay?».
Il libro è quello, in uscita il 7 luglio, della sociologa milanese Daniela Danna, «Fare un figlio per altri è giusto (FALSO!)» (Laterza) presentato venerdì 23 giugno alla Libreria Popolare di via Tadino a Milano con le insegne di Arcilesbica. Sottotitolo: «Una critica ragionata ai luoghi comuni che idealizzano la gestazione per altri e alla distorsione delle parole come "autodeterminazione, dono, altruismo"».
La rassegna è il Pride Week, in programma a Milano fino al 25 giugno, col momento clou nella parata cittadina di sabato 24 giugno. Arcilesbica Zami, storica organizzazione femminista milanese, quest’anno aderisce al Pride ma è anche, con Daniela Danna in prima linea, tra le firmatarie di un documento di condanna della maternità surrogata.
Famiglie Arcobaleno, tra le sigle organizzatrici del Pride, si è dissociata dall’incontro di domani, anche se dichiara di essere pronta al confronto purché «non vi sia la probabile aspettativa di ricevere offese nei nostri confronti e nei confronti delle donne che con libertà e affetto ci hanno aiutato a diventare genitori». Molto meno concilianti le parole di Sinistra per Milano, che giudica fuoriluogo, nelle giornate del Pride, ospitare «atteggiamenti reazionari, censure da chi pretende di detenere la verità, giudizi sommari sulle scelte individuali».

L’autrice del libro, dopo qualche ora di silenzio, ha diramato un comunicato molto duro, in cui contesta il fatto che il Pride sia diventato «la festa della Gpa», delle corporation e dell'espansione del mercato neoliberale senza che vi sia stato un dibattito serio tra le organizzazioni: una cosa vergognosa «che testimonia la debolezza del femminismo attuale, che nemmeno riesce a balbettare qualcosa contro una pratica che cancella il ruolo delle donne nella gravidanza e nel parto». Censurare il dibattito politico sulla maternità surrogata, argomenta ancora Danna, perché esistono i bambini della Gpa «è veramente vergognoso». «Se in una coppia gay compaiono dei figli questo è una questione di politica pubblica, e va discussa perché sono le donne a fare i bambini».

Donne che diventano però sono «portatrici» senza nemmeno il diritto di opporsi alla sottrazione di suo figlio, nel caso cambiasse idea.

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