giovedì 11 luglio 2013
L'ex magistrato di Catanzaro Pietro D'Amico​, deceduto ad aprile in Svizzera, aveva chiesto l'eutanasia in una clinica di Basilea dopo avere saputo di essere affetto da una patologia letale. Ora l'autopsia richiesta dai familiari rivela: c'era stato un errore di diagnosi.
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Ha escluso l'esistenza di un male incurabile l'autopsia sul corpo di Pietro D'Amico, sostituto procuratore generale della Procura di Catanzaro, che nell'aprile scorso aveva scelto l'eutanasia in una clinica di Basilea, in Svizzera, dopo aver saputo della sua malattia. A richiedere l'autopsia alla magistratura svizzera la figlia e la moglie del magistrato 62enne di Vibo Valentia. L'esito degli esami effettuati all'Istituto di Medicina legale dell'Università di Basilea alla presenza del perito di parte potrebbero ora portare all'apertura di un'inchiesta.
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