giovedì 11 luglio 2013
Dopo il figlio di tre genitori, il bimbo «libero» da malattie. Nella corsa inglese a un eugenismo fatto passare come progresso, la vita umana più fragile viene spogliata della sua dignità e fatta sprofondare nel regno delle cose da manipolare.
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La notizia che la fecondazione in vitro sarà presto praticamente infallibile, molto meno costosa e capace di mettere al mondo un bambino privo dei geni difettosi che potrebbero un giorno farlo ammalare gravemente, ha fatto gioire le coppie che da tempo cercano invano di procreare e ha fatto giubilare parte del mondo scientifico. Una settimana fa il governo di David Cameron ha dato il suo assenso a un nuovo metodo di fecondazione artificiale, messo a punto da un team dell’Università di Newcastle, che prevede la creazione di embrioni formati dal materiale genetico di tre genitori. Pochi giorni dopo un professore dell’Università di Oxford, Dagan Wells, ha annunciato la nascita del primo bambino in provetta il cui dna è stato analizzato "a tappeto" a livello embrionale prima dell’impianto in utero. Entrambe le tecniche promettono la creazione di bambini teoricamente sani, liberi dai geni che annunciano malattie anche gravi. Tutte e due prevedono l’uso, la manipolazione e lo scarto di un numero imprecisato di embrioni.Il bambino nato da tre genitori è il risultato della maturazione di un embrione creato con il materiale genetico di una coppia, sostituendo però i mitocondri che presentano difetti con quelli sani dell’embrione ottenuto da una donatrice. Durante il procedimento l’embrione «difettoso» viene distrutto. Anche la nuova tecnica in vitro sviluppata dall’Università di Cambridge implica gli «scarti». Si chiama «Next generation sequencing» (Ngs) e prevede di ottenere in sole 16 ore un quadro completo di tutte le anomalie genetiche dell’embrione.
Dopo aver verificato l’affidabilità di questo metodo su cellule prelevate da 45 embrioni portatori di anomalie genetiche, i ricercatori britannici hanno selezionato e impiantato un singolo embrione su due coppie: in entrambi i casi ha attecchito dando il via a una gravidanza. James Sherley, ingegnere biomedico al Boston biomedical research Institute, è tra quegli scienziati che nutrono forti dubbi sulla nuova tecnica. «Mi preoccupa che questa notizia sia presentata in maniera positiva dai media – sostiene –. Non c’è niente di positivo quando una vita umana viene distrutta. E questa tecnica implica la distruzione di molti embrioni. Sui giornali, però, non se ne parla». L’accanimento del mondo scientifico, continua Sherley, nel «voler creare l’essere umano perfetto non ha senso e non produrrà buoni risultati. Chi l’ha detto che il bambino nato in questo modo non svilupperà in futuro qualche malattia? Oggi conosciamo alcune malattie ma non certo tutte». Sherley spiega inoltre che usare la fecondazione artificiale per ottenere un figlio sano è assolutamente contro natura. «La varietà in natura è fondamentale perché ci rende più forti. Non possiamo ambire a essere tutti perfettamente uguali perché questo renderebbe la specie umana più debole».
Ci sono poi implicazioni legali che potrebbero complicare ulteriormente la «produzione» di esseri umani perfetti. Roy Farquharson, della European society of human reproduction and embryology e professore di ginecologia all’Ospedale di Liverpool, ha avvertito che il campo della fecondazione artificiale andrebbe ulteriormente regolamentato. «Nuove leggi dovranno essere approvate per far sì che le coppie non sfruttino i progressi della scienza per motivi futili. E per evitare che le nuove tecniche vengano un giorno messe a disposizioni di tutti. Oggi basterebbe un ricorso contro la disparità di trattamento e una coppia avrebbe le porte aperte a qualsiasi possibilità di selezione».
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