venerdì 2 giugno 2017
Dopo aver consultato i colleghi, un medico francese potrà ancora decidere di staccare la spina ad un paziente non cosciente e in uno stato irreversibile, in nome del rifiuto dell’accanimento
 «Il medico può staccare la spina, alla famiglia il diritto di ricorrere»
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Dopo aver consultato i colleghi, un medico francese potrà ancora decidere di staccare la spina ad un paziente non cosciente e in uno stato irreversibile, in nome del rifiuto dell’accanimento terapeutico, ma la decisione dovrà lasciare sempre alle famiglie la possibilità concreta di un ricorso in tribunale.

Così ha deciso il Consiglio Costituzionale, sollecitato dalla principale associazione nazionale di famiglie di cerebrolesi, l’Unaftc, che contestava uno degli articoli chiave della legge Claeys-Leonetti, varata in Parlamento nel gennaio 2016 e poi completata nell’agosto successivo da un controverso decreto governativo.

In una Francia profondamente scossa negli ultimi anni dai casi drammatici del paziente tetraplegico Vincent Lambert e più di recente da quello della piccola Marwa, l’alto foro ha apportato due importanti precisazioni: da una parte, ogni decisione di arresto dei trattamenti di mantenimento in vita deve essere «notificata alle persone presso cui il medico ha chiesto la volontà del paziente, in condizioni tali da permettere loro di esercitare un ricorso in tempo utile»; inoltre, tale eventuale ricorso giudiziario deve «essere esaminato al più presto dalla giurisdizione competente, così da ottenere l’eventuale sospensione della decisione contestata».

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