lunedì 10 giugno 2013
​Secondo Spadafora In Italia le politiche sinora adottate in materia di infanzia e adolescenza sono fallite e nel nostro Paese c'è una "scarsa attenzione verso le necessità materiali e i diritti" dei minori: è il duro atto d'accusa contenuto nella Relazione al Parlamento 2013.
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In Italia le politiche sinora adottate in materia di infanzia e adolescenza sono fallite e nel nostro Paese c'è una "scarsa attenzione verso le necessità materiali e i diritti" dei minori: è il duro atto d'accusa contenuto nella Relazione al Parlamento 2013 del Garante per l'infanzia e l'adolescenza, che Vincenzo Spadafora ha presentato oggi alla presenza del presidente del Senato Grasso e del ministro della Giustizia Cancellieri. Dito puntato contro la mancanza di investimenti da parte dello Stato.Il Garante premette di aver avuto in realtà poco più di due mesi di completa operatività nel corso del 2012, perchè il Regolamento di organizzazione e contabilità dell'Authority è entrato in vigore solo il 14 ottobre 2012. Il poco tempo a disposizione comunque, si sottolinea, "è stato sufficiente a permettere una pianificazione delle priorità di azione per l'anno 2013 e all'individuazione delle criticità che determinano in Italia una scarsa attenzione verso le necessità materiali e i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza".A riprova del fallimento delle politiche, Spadafora cita i dati Istat già noti: in Italia vivono in situazione di povertà relativa 1.822.000 minorenni, il 17,6% dei bambini e degli adolescenti. Il 7% dei minorenni (723.000) vive in condizioni di povertà assoluta; la quota è del 10,9% nel Mezzogiorno, a fronte del 4,7% nel Centro e nel Nord del Paese. Ma soprattutto sottolinea il dato relativo al rischio di povertà ed esclusione sociale per i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie con tre o più minorenni, che è pari al 70% al Sud a fronte del 46,5% a livello nazionale; 70 su 100 minorenni che nascono in una famiglia numerosa del Mezzogiorno d'Italia rischiano di essere poveri.Nella Relazione dell'anno scorso il Garante aveva già sollevato la problematica relativa all'impatto negativo della mancanza di investimenti, da parte della Stato, a favore dell'infanzia e dell'adolescenza. Quest'anno nulla è cambiato: "La classe dirigente del Paese continua a non comprendere il valore di tali investimenti, che possono essere un antidoto per uscire dalla crisi e per non compromettere la crescita futura. Oltre a rispettare i diritti dei bambini e degli adolescenti che vivono in Italia, investire oggi su di loro significa domani avere un numero inferiore di famiglie povere da sostenere, meno sussidi per i disoccupati, meno spese per il disagio sociale, probabilmente meno spese per detenuti, più lavoratori e quindi più contributi per il welfare di domani".Spadafora sottolinea poi come la frammentazione delle competenze istituzionali sull'infanzia e l'adolescenza viene confermata anche quest'anno come limite a un'azione realmente efficace: "tali competenze, divise tra Ministeri, Commissioni, Comitati e Osservatori, rischiano di rendere le politiche per l'infanzia e l'adolescenza non efficaci" e annuncia che presenterà al Governo e al Parlamento proposte per l'ottimizzazione delle risorse e per il coordinamento del settore.
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