martedì 31 gennaio 2017
Accordo lontano alla Camera sulla nutrizione: la Commissione Affari sociali ha accantonato i commi dell'articolo 1 sulle Dat, ma ha approvato la "tutela della vita" nel 2. Legge in aula il 20.
Dichiarazioni anticipate: «tutela della vita» anche per i minori
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E due. La «tutela della vita» entra grazie a un emendamento anche nel secondo articolo del disegno di legge sulle «Dichiarazioni anticipate di trattamento» (Dat) in discussione alla Commissione Affari sociali della Camera. Se giovedì scorso il lavoro dei deputati più critici, insieme alla relatrice Donata Lenzi (Pd) e al presidente Mario Marazziti (Des-Cd), aveva consentito di inserire nel primo comma dell’articolo 1 che «la presente legge (...) tutela la vita e la salute dell’individuo», ieri un’analoga opera di mediazione a partire da alcune proposte di modifica all’articolo 2 – opera di Eugenia Roccella (Idea) e Gian Luigi Gigli (Des-Cd) – ha fatto entrare una novità anche su minori e incapaci: «Il consenso informato al trattamento sanitario del minore – si legge ora al primo comma – è espresso o rifiutato dagli esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore dopo averne attentamente ascoltato i desideri e avendo come scopo la tutela della salute psicofisica e della vita del minore». Parole importanti, che però potranno fermare ogni soluzione eutanasica solo se combinate con regole chiare su altri punti, come la nutrizione assistita. Su quest’ultima, controversa materia ieri la relatrice ha deciso di accantonare gli emendamenti dal comma 5 al 10 del primo articolo, una parte che include l’alimentazione (ora sospendibile) ma anche i margini di azione per il medico rispetto alle volontà di fine vita espresse dal paziente, nel testo attuale pressoché nulli. «Per un’intesa – nota Marazziti – il tempo c’è, va verificato se ci saranno le condizioni politiche per arrivarci». Intanto però invita a far tesoro di «un’altra giornata positiva». In piena sintonia il giudizio di Gigli: «Salutiamo positivamente l’apertura della relatrice che ha permesso di introdurre il dovere per il legale rappresentante di prendere decisioni sempre e solo per tutelare la vita e la salute». Se questo è vero, allora «non dovrebbe essere possibile lasciare morire per disidratazione e denutrizione altri disabili come Eluana». Anche Paola Binetti (Udc) è soddisfatta ma chiede che «la buona volontà» registrata in Commissione «continui con il resto dell’articolo 1». Su alcuni punti della legge infatti «non ci possono incertezze e il medico deve mantenere la sua piena libertà, consapevole che nutrizione e idratazione non sono trattamenti». Intanto ieri la conferenza dei capigruppo ha ufficializzato quel che già si sapeva: la legge è attesa all’esame dell’aula il 20 febbraio, con il capogruppo Pd Ettore Rosato che parla di «testo di grande valenza culturale, sociale e politica, in commissione si sta facendo un ottimo lavoro, confidiamo possa esserci un’ampia maggioranza». Ma i nodi da sciogliere – nutrizione in testa – sono ancora numerosi e decisivi. I lavori in commissione riprendono giovedì 2.

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