giovedì 19 settembre 2013
Niente iscrizione al liceo per un 18enne disabile: lo impone una circolare Ma i problemi restano. In Calabria un ragazzo non potrà frequentare il primo anno delle superiori. I genitori: scelta discriminatoria.
- Il Miur: scelte ispirate da criteri pedagogici
COMMENTA E CONDIVIDI
Da un lato la legge e dall’altra il bisogno, su un piano la mente e sull’altro il cuore. In mezzo c’è Marco, diciottenne con sindrome di Down che non può frequentare il liceo perché i regolamenti non lo prevedono. Sarebbe la circolare ministeriale 96 del 2012 a spezzare i sogni suoi e dei genitori, impedendo l’iscrizione alla prima classe delle superiori degli studenti che al momento dell’inizio dell’anno scolastico abbiano già raggiunto il diciottesimo anno d’età. E Marco ha festeggiato il compleanno a ottobre dell’anno passato. Ma lui a scuola vuole andarci, gli piace, né può frequentare i corsi serali perché, sottolineano mamma e papà, glielo impediscono altri problemi di salute. Ecco perché i genitori Renato e Lucia, assieme all’associazione di volontariato “CommaTre” che lavora al fianco dei disabili, hanno scritto alle massime autorità istituzionali nazionali e regionali, oltre che al direttore dell’ufficio scolastico calabrese e al dirigente scolastico del liceo scientifico “Zeleuco” di Roccella Ionica titolare della sede staccata di Gioiosa Jonica, nel Reggino, al quale Marco non è stato iscritto. «Vogliamo capire il motivo per il quale nostro figlio non può frequentare la scuola superiore», attacca la missiva, nella quale tra l’altro la vicenda viene definita paradossale. «Marco esce dalla scuola secondaria di primo grado e, nonostante la richiesta avanzata dai genitori – è marcato ancora nella lettera – non viene iscritto alla secondaria di secondo grado, liceo scientifico di Gioiosa Ionica. Pare che il motivo sia da individuare nel fatto che abbia già compiuto i 18 anni». I genitori e “CommaTre”, presieduta da Simona Coluccio, richiamano la legge 104 del 92 che reca “disposizioni in materia di assistenza, integrazione sociale e tutela dei diritti delle persone handicappate”, recita che “è garantito il diritto all’educazione e all’istruzione della persona handicappata nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitarie”. L’associazione “CommaTre”, inoltre, ricorda che “sull’argomento si è espressa più volte la Corte Costituzionale” sancendo “il diritto pieno ed incondizionato, neppure da limiti di età, degli alunni con disabilità a frequentare regolarmente la scuola superiore mantenendo tutti i diritti”. Lucia e Renato «non intendono puntare il dito contro singole persone. Si tratta di prendere atto che la scuola, intesa come istituzione, fa acqua da tutte le parti quando si tratta di inserimento, inclusione ed integrazione dei ragazzi con handicap».I genitori chiedono «con forza che Marco possa frequentare il primo anno di liceo. Finché ciò non avverrà avvieremo eclatanti azioni di protesta, che ci porteranno ad incatenarci ad oltranza al cancello della scuola». Per quanto riguarda l’ipotesi che il figlio sia iscritto a corsi serali, papà e mamma precisano: «Con tutto il rispetto per questa forma di studio, ci appare una scelta discriminatoria e penalizzante». Sull’altra sponda della vicenda l’ufficio scolastico regionale chiarisce che è stata semplicemente applicata la legge, la quale in materia è molto chiara. Comunque l’ufficio stampa fa sapere che il direttore Francesco Mercurio sta seguendo personalmente la vicenda, approfondendola come merita. In base a quanto trapelato è stato sentito anche il dirigente dell’istituto al quale i genitori avrebbero voluto iscrivere Marco dopo il raggiungimento della licenza Media. A naso, il caso appare definito ma non ancora chiuso.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: