martedì 17 gennaio 2017
E' iniziato in Commissione Affari sociali della Camera l'esame dei 3mila emendamenti ammessi sul discusso disegno di legge che crea le Disposizioni anticipate di trattamento. Pd a favore, Ncd contro.
Disposizioni anticipate: 3mila emendamenti e maggioranza divisa
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Da 3.300 a poco meno di 3mila, ma comunque tanti per i tempi fissati alla Camera. La Commissione Affari sociali di Montecitorio ha iniziato ieri l’esame degli emendamenti al disegno di legge sulle «Dichiarazioni anticipate di trattamento» – presentati in gran parte da centristi e leghisti – sforbiciando i primi 300 perché riferiti ad articoli della Costituzione non attinenti. Ma la data del 30 gennaio stabilita per l’approdo del discusso (e discutibilissimo, nella forma attuale) progetto che ha tentato di far sintesi dei 16 ddl di ogni orientamento depositati sembra difficilmente rispettabile se non attraverso una forzatura dei ritmi di lavoro. La relatrice – Donata Lenzi, Pd – è determinata: «Vogliamo assolutamente arrivare all’approvazione del testo». Ma l’entità delle modifiche richieste, la formidabile delicatezza dei temi affrontati nei 5 articoli del disegno di legge e le forti perplessità di un partito che fa parte della maggioranza di governo (Ncd) rispetto a una legge con diversi punti che ritiene inaccettabili rendono il percorso tutt’altro che scontato, salvo nuove improvvise accelerazioni come quelle che hanno portato all’inattesa calendarizzazione. Ieri gli interventi di Paola Binetti, Eugenia Roccella e Gian Luigi Gigli hanno evidenziato le criticità del provvedimento. Tra i punti sotto accusa, la tassatività delle Dat per il medico (che nel testo diventano "disposizioni anticipate di trattamento"), l’assenza del diritto di obiezione, la sospendibilità della nutrizione assistita equiparata a una terapia. Una legge, così com’è, a forte rischio di derive eutanasiche. Ne è convinto Gigli («La possibilità di sospendere idratazione e nutrizione assistite introduce nei fatti, l'eutanasia in forma omissiva nell'ordinamento italiano») mentre Eugenia Roccella fa appello «a tutte le forze politiche affinché comprendano che serve tempo per approfondire una legge in tema di vita e di morte. A oggi non c'è nessuna urgenza di chiudere la discussione in tema di biotestamento».

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