sabato 29 aprile 2017
Nessuna frattura tra il testo del Papa e la tradizione della Chiesa. Così il teologo don Maurizio Gronchi all'Incontro Cei di Assisi: Il matrimonio è un "processo dinamico che avanza gradualmente"
"Amoris laetitia, novità nella continuità"
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L'Esortazione postsinodale Amoris laetitia non ha prodotto alcuna frattura con la dottrina della Chiesa su matrimonio e famiglia ma rappresenta al contrario una "novità nella continuità". L'ha spiegato con la consueta chiarezza il teologo don Maurizio Gronchi, docente di Cristologia all'Urbaniana, nella seconda giornata della "Settimana nazionale di studi sulla spiritualità coniugale e familiare" in corso ad Assisi. Gronchi, che ha partecipato in qualità di "esperto" ai due Sinodi sulla famiglia (2014 e 2015), è partito da un passaggio del documento di papa Francesco ("Non si deve gettare sopra due persone limitate il peso tremendo di dover riprodurre in maniera perfetta l'unione che esiste tra Cristo e la Chiesa" n.122). Una sollecitazione che si spiega come necessità di mantenere la caratteristica dinamica del matrimonio che "avanza gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio". Si tratta di un tema fondamentale di Amoris laetitia e dell'intero magistero di papa Francesco: il primato della grazia "ovvero dell'amore gratuito, immeritato e incondizionato di Dio che suscita gradualmente la libera risposta umana". Il teologo ha spiegato in questa chiave il passaggio della Lettera agli Efesini ("Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa" 5, 31-32). A proposito poi del rapporto tra legge naturale e della sua elevazione a sacramento da parte di Gesù - tema affrontato già al Sinodo straordinario del 2014 - l'esperto ha chiarito che nella Relatio Synodi si è deciso di ridefinire il problema con l'espressione "ordine della creazione" e "ordine della redenzione". Quindi "in ragione della pedagogia divina, secondo cui l'ordine della creazione evolve in quello della redenzione, attraverso tappe successive, occorre comprendere la novità del sacramento nuziale cristiano in continuità con il matrimonio naturale delle origini". Impossibile quindi comprendere il cammino di fede degli sposi - e di chiunque altro fedele - senza far riferimento alla legge della gradualità. Ecco perché - ha concluso il teologo - non c'è alcuna opposizione tra legge morale e pedagogia divina, poiché la legge morale come opera della sapienza di Dio è già pedagogia divina. Di conseguenza inquadrare tutte le situazioni di fragilità e di apparente distanza dalla dottrina del matrimonio (convivenze, sposati civilmente, divorziati risposati) come realtà in cammino secondo la pedagogia divina della gradualità, vuol dire esprimere la modalità con cui la Chiesa mostra il volto paziente e amoroso del Padre, che accompagna e sostiene i suoi figli con l'abbraccio della sua grazia.

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