martedì 3 ottobre 2017
Una riforma profonda, dalla struttura ai componenti, alla stessa missione: la Pontificia Accademia per la Vita guidata da monsignor Vincenzo Paglia affronta la prima assemblea del nuovo corso.
Accademia per la Vita, in Vaticano inizia il «nuovo corso»
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La rinnovata Pontificia Accademia per la Vita (Pav) riprende la sua attività con la prima assemblea generale che si svolge da giovedì 5 a sabato 7 ottobre in Vaticano. E la sua “magna charta” sarà il discorso che il Papa pronuncerà in apertura dei lavori. Ad annunciarlo è stato l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente dell’organismo che Francesco ha riformato tramite un nuovo Statuto e la nomina dei nuovi accademici, provenienti da 37 Paesi del mondo: 4 membri onorari (cui va aggiunto l’appena scomparso cardinale Carlo Caffarra) e 45 membri ordinari designati dal Pontefice, 87 corrispondenti e (una delle novità dello statuto) 13 giovani ricercatori.

«Il compito specifico dell’Accademia – ricorda Paglia – è di porsi a servizio della vita umana in tutte le sue fasi, al contempo ampliando i temi affrontati e le competenze coinvolte». Il Papa infatti «ci ha chiesto di diventare luogo di dialogo e di confronto, attingendo al ricco patrimonio della tradizione evangelica e coinvolgendo, in questo sostegno a tutto campo della vita umana, alleati in ogni cultura e tradizione umana e religiosa». L’assemblea generale è la prima grande occasione di mettersi all’opera secondo questa prospettiva: «Durante il workshop pubblico e il confronto interno fra gli accademici – dice presidente della Pav – sarà affrontato il delicato nesso tra l’accompagnamento nelle diverse età della vita e il ruolo svolto dalla tecnologia, con le immense possibilità che essa offre e, al contempo, la rischiosa pretesa che essa avanza di diventare nuova religione cui sacrificare ogni altro valore».


Paglia anticipa poi alcune iniziative future: un convegno con la sezione europea della World Medical Association sul fine vita a novembre, un grande evento sulle cure palliative a fine febbraio, un congresso in Russia in collaborazione con il Patriarcato di Mosca in primavera, una serie di seminari di studio sui temi del genoma umano, del rapporto tra mente e coscienza, della robotica, della generatività. Tra le collaborazioni che l’Accademia sta avviando, la prima è con i Musei Vaticani: venerdì sarà inaugurato un itinerario artistico – visitabile fino al 5 gennaio 2018 – promosso all’interno delle collezioni, sullo stesso tema dell’assemblea, con la presentazione di dodici opere da parte di altrettanti accademici. Alla vigilia dell’assemblea è stato anche inaugurato ufficialmente il nuovo sito dell’Accademia.

«Essere Pontificia Accademia per la Vita – aggiunge poi Paglia intervistato dall’agenzia Sir – significa avere la preoccupazione per tutto l’arco dell’esistenza umana e per tutte le situazioni legate alla qualità stessa della vita, all’insegna del legame tra l’ecologia integrale e l’ecologia umana. Essere “pro-life” richiede anche alla Pav di ripensare il valore semantico del termine vita, che non può essere ridotto solo alle dimensioni bioetiche: non è una preoccupazione teorica, ma comporta l’impegno di promuovere una cultura che aiuti la vita sempre e comunque. Si tratta di un concetto molto ampio che abbiamo la responsabilità di declinare non solo in un contesto teorico, ma anche storico-geografico. Parlare di salute e di malattia, ad esempio, è anche parlare di immigrazione».

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