giovedì 30 luglio 2015
La nuova legge vieta la pratica agli stranieri. Agli ospedali è proibito offrire servizi per la maternità surrogata a pagamento e la vendita di gameti. Ma resta la possibilità per le coppie locali con certificato medico.
COMMENTA E CONDIVIDI
​Giro di vite della Thailandia contro la pratica dell'utero in affitto. È entrata in vigore oggi la legge che tutela maggiormente i neonati e vieta la maternità surrogata "per profitto", in particolare alle coppie straniere. La norma rende illegale per le cliniche fornire servizi di maternità surrogata, compreso l'acquisto e la vendita di sperma e ovociti e l'affitto di uteri di madri surrogate. Una pratica finora molto diffusa, tanto che la Thailandia era diventata una delle mete preferite delle coppie di tutto il mondo, anche omosessuali.Solo le coppie senza figli, sposate ed eterosessuali potranno accedere ai servizi di riproduzione assistita negli ospedali, purché provviste di certificato medico. Le coppie straniere sono escluse; le coppie composte da un thailandese e una straniero (o viceversa) dovranno attendere tre anni dalle nozze per poter candidarsi a una maternità surrogata.Un ufficio pubblico valuterà caso per caso se dare il  permesso alle coppie. Con la nuova legge sarà ristretto alle sorelle biologiche il campo delle donne che prestano il proprio utero, ma nel caso in cui gli aspiranti genitori siano entrambi figli unici o non abbiano sorelle, è ammesso il ricorso a una madre surrogata esterna alla famiglia.Per i medici che non rispetteranno la legge è prevista una pena fino a un anno di carcere e una multa salata; le donne che affittano il proprio utero per denaro possono essere incarcerate per un massimo di 10 anni; le coppie che contravvengono alla legge rischiano fino a 5 anni di carcere.A spingere il governo e il parlamento di Bangkok a legiferare per proibire il ricorso a donne thailandesi per gravidanze a pagamento sono stati diversi casi di cronaca. Il primo è stato quello di Baby Gammy, il bambino nato con la sindrome di Down e non riconosciuto dalla coppia australiana che lo aveva "commissionato". Il secondo fu la vicenda di un uomo giapponese, padre di 16 bambini avuti da diverse madri surrogate e che puntava ad arrivare a cento figli. Più di recente ha fatto notizia il caso di una coppia gay (uno americano e l'altro spagnolo) bloccata dall'inizio dell'anno in Thailandia per non rinunciare a Carmen, bimba nata con la maternità surrogata a gennaio. I due hanno adottato la piccola in base alla vecchia normativa, abrogata a febbraio. Qualche settimana dopo il parto, la mamma di Carmen, o meglio, la donna che l'ha partorita dato che l'ovulo apparterrebbe a una donatrice, ha cambiato idea. E ha rifiutato ai due il permesso per l'espatrio. La ragione, secondo quanto ha spiegato la donna, sarebbe stata la scoperta che Carmen sarebbe stata cresciuta da una famiglia omosessuale.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI