sabato 29 aprile 2017
Ad Assisi dibattito sull'attualità del Direttorio. Gentili (Cei): andrà riscritto, ma insieme, valorizzando le tante esperienze familiari positive
Direttorio da riscrivere con la «carne delle famiglie»
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Come accogliere Amoris laetitia? Come tradurre in indicazioni valide e facilmente comprensibili per tutti ciò che il Papa scrive nell'Esortazione postsinodale? Si è parlato anche di questo durante la seconda Giornata della Settimana nazionale di studi sulla spiritualità familiare e coniugale in corso ad Assisi.

Dopo la relazione di padre Manuel Jesus Arroba Conde, docente di "Utriusque Iuris" alla Lateranense e consultore del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, che ha approfondito il problema dell'alleanza uomo-donna nelle situazioni di fragilità e ha spiegato come leggere in modo corretto il rapporto tra norma e persona, si è aperto il dibattito tra i relatori e i circa 600 delegati diocesani, per la maggior parte coppie con figli.

L'occasione è servita a don Paolo Gentili, direttore dell'Ufficio famiglia Cei, per chiarire le modalità con cui la Chiesa italiana intende dare risposta a chi vorrebbe un "segnale" di accoglienza concreta delle parole del Papa su matrimonio e famiglia. Si potrebbe ipotizzare per esempio una riedizione del Direttorio di pastorale familiare - pubblicato quasi 25 anni fa - che mostra tutti i segni dei tempi, soprattutto a proposito di quei "divieti liturgici pastorali" di cui il Papa stesso in Amoris laetita auspica un superamento? Secondo il testo del 1993 - e formalmente ancora in vigore - i divorziati risposati non possono avere l'incarico di padrini, lettori, ministri straordinari dell'Eucaristia, membri dei consigli pastorali e testimoni di nozze, anche se su quest'ultimo punto non c'è un divieto esplicito. "Inutile aggiungere ancora carta ai tanti documenti che già abbiamo", ha osservato don Gentili.

"Il Direttorio andrà riscritto ma - ha proseguito rivolgendosi a tutti i presenti - lo faremo insieme, lo faremo riscrivendolo con la carne viva di tutti voi. E cioè valorizzando le tante esperienze familiari positive, la ricca e vibrante quotidianità impastata di luci e di ombre di cui ogni giorno siete protagonisti. Perché questa "verità nella realtà" è ciò che ci chiede la stessa Amoris laetitia".

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