sabato 10 ottobre 2020
Con una decisione sorprendente e assai discutibile, l'Agenzia del farmaco ha tolto ogni filtro al consumo di EllaOne. Un'analoga scelta nel 2016 per le maggiorenni aveva fatto moltiplicare le vendite
La pillola Elle One senza ricetta anche per le minorenni

La pillola Elle One senza ricetta anche per le minorenni - Ansa

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Anche l’Italia – purtroppo – si accoda ai Paesi nei quali si pensa che per aiutare i giovani ad affrontare in modo maturo la sessualità basti dar loro una pillola. Anzi, tutte quelle che vogliono. Va in questa direzione la scelta dell’Agenzia italiana del farmaco di liberalizzare il commercio di EllaOne, nota come “pillola dei 5 giorni dopo” perché il suo principio attivo – l’ulipristal acetato – agisce modificando l’attività dell’ormone naturale progesterone, necessario per l’ovulazione, ritardandola, ma solo se assunto entro 120 ore dal rapporto. L’autorità di farmacovigilanza ha infatti tolto l’obbligo di esibire al farmacista la prescrizione medica anche per le minorenni, dopo che nel marzo 2016 era già stato eliminato sopra i 18 anni.

L’effetto di questa decisione è che EllaOne viene di fatto equiparata a un farmaco da banco, come le pastiglie per la gola o il colluttorio. La ricetta è obbligatoria per farmaci (come gli antibiotici) dei quali va fatto un uso controllato e solo quando strettamente necessario. Ma su un prodotto che per le sue caratteristiche non è destinato a un consumo abituale togliere il “filtro” del controllo medico pare una decisione preoccupante, anche per l’inevitabile moltiplicazione del consumo: basti pensare che – secondo i dati della Relazione ministeriale sull’attuazione della legge 194 – di EllaOne si è passati dalla vendita di 145.101 confezioni nel 2015 alle 260.139 nel 2018.

Perché allora non continuare a vigilare sull’uso tra le adolescenti? Una domanda anche più ineludibile se si considera il messaggio di sostanziale indifferenza degli adulti e di arbitrio assoluto nei comportamenti personali (”tanto c’è la pillola”) che viene inviato ai più giovani. Le ricadute educative non sono evidenti solo a chi ha deciso di non vederle.

Ma l’Aifa la pensa altrimenti: «Si tratta di uno strumento altamente efficace per la contraccezione d’emergenza – ha dichiarato il direttore generale Nicola Magrini – ed è anche, a mio avviso, uno strumento etico in quanto consente di evitare i momenti critici che di solito sono a carico solo delle ragazze. Voglio sottolineare che si tratta di contraccezione di emergenza e che non è un farmaco da utilizzare regolarmente».

Togliendo la ricetta, difficile credere che possa accadere qualcosa di diverso. Aifa ha eliminato un pezzo di carta per sostituirlo con un altro, di tutt’altro valore: «Al momento dell’acquisto in farmacia – spiega Magrini – il farmaco sarà accompagnato da un foglio informativo che ha lo scopo di promuovere una contraccezione informata ed efficace ed evitare un uso inappropriato della contraccezione di emergenza. In questa ottica, Aifa svilupperà presto un sito ad hoc, con informazioni e indicazioni approfondite sulla contraccezione».

EllaOne esce dai laboratori HraPharma, azienda farmaceutica francese leader nei contraccettivi, e dal 2017 è nella lista dei farmaci considerati essenziali dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in base all’idea, spiega ancora Magrini, che «le gravidanze nelle teenager sono un importante indicatore di sviluppo di una società, che va tenuto ai minimi livelli». In Italia la loro incidenza è tra le più basse al mondo (nel 2017 quelle sotto i 20 anni sono state l’1,6% del totale) così come gli aborti delle minorenni (nel 2018 ne sono stati censiti 2.268 su 76.328 totali, meno del 3%). Hra dichiara che la sua pillola fallisce in 2 casi su 100, e ne è noto – sebbene assai contestato dai fautori – l'effetto anti-nidatorio sull'embrione eventualmente appena concepito e dunque il potenziale di provocare aborti, per quanto molto precoci e impossibili da contabilizzare. Eppure l’Aifa parla di «una svolta per la tutela della salute fisica e psicologica delle adolescenti». Ce n’era davvero bisogno?

Marina Casini Bandini (Movimento per la Vita): è la macchina dello scarto umano

“Scarto globale all’opera per espellere dalla società dei più deboli, poveri, inermi tra gli esseri umani, per non vedere, per non sapere, per non restare minimamente coinvolti in una storia che riguarda vite umane nella fase più giovane della loro esistenza (figli appena concepiti) e vite umane in fase più avanzata di giovinezza al di sotto dei 18 anni, con uin prodotto che può causare aborti molto precoci”. Così Marina Casini Bandini commenta l’improvvisa decisione di Aifa di liberalizzare il consumo della pillola dei 5 giorni anche per le adolescenti. “Non vi è dubbio – prosegue citando il documento dell’Agenzia del farmaco - che la determina 998 dell’8 ottobre scorso con cui l’Aifa ha eliminato anche per le minorenni l’obbligo di ricetta per la c.d. contraccezione di emergenza fino a cinque giorni dopo rientra in questa macchina ideologica che produce, seminando menzogna e confusione, una enorme quantità di vite umane scartate. Non è vero, infatti che si tratta di semplici “contraccettivi”, si tratta invece di “intercettivi” o “contragestativi”, cioè prodotti - assunti entro le 72 ore successive (pillola del giorno dopo: Norlevo o Levonelle) a un “rapporto non protetto” o entro i successivi 5 giorni (EllaOne) – i quali, se il concepimento del figlio è avvenuto, rendono l’utero inospitale causando la morte del concepito. Siamo di fronte a nuove forme di aborto illegale, tanto più gravi quanto più nascoste e contrastanti con l’art. 1 della legge 194 che impone allo Stato di tutelare la vita umana sin dal suo inizio e di evitare ricorso all’aborto sia fatto come mezzo di controllo delle nascite. Non è dunque vero che si va nella direzione della diminuzione degli aborti, anzi la strada presa è quella della loro moltiplicazione, solamente che gli aborti compiuti in fase precocissima vengono ignorati in virtù sia di artifici linguistici che chiamano l’aborto contraccezione, sia di manipolazioni concettuali che fanno iniziare la gravidanza con l’annidamento del figlio nell’utero della mamma. Ma la menzogna più grande e grave è quella che riguarda, appunto, i figli nei primissimi momenti della loro esistenza nel grembo della mamma come in una provetta di laboratorio: cancellati come esseri umani, ritenuti inesistenti, ridotti a grumi di cellule o materiale biologico. Una sconfitta della scienza, della ragione e del buon senso. Ancora una volta uno sgravio per i medici di base che avranno meno ricette da fare e per una sanità che si “alleggerisce” dagli aborti che potrebbero essere praticati in epoca gestazionale più avanzata. Dispiace pensare che ragazze minorenni, nella fase della pubertà o dell’adolescenza, siano investite dalla cultura dello scarto mondiale. È urgente e indispensabile una profonda ed estesa opera educativa che offra una visione alta e affascinante dell’amore umano che comprende la bellezza e la ricchezza della sessualità anche in ordine alla sua intrinseca dimensione generativa. Ma urgente è anche e soprattutto continuare a ricordare e a ribadire, senza timidezze e timori, che il concepito e uno di noi, sapendo che il rinnovamento generale della società parte da qui”.

Filippo Maria Boscia (Medici Cattolici): scandalosa rinuncia alla relazione di cura e all'ascolto

"E assolutamente scandaloso che in nome di una assoluta autodeterminazione vengano così facilmente offerti 'a domanda' veleni e antidoti per annullare sul nascere gravidanze indesiderate o inattese". Così interviene sulla vicenda EllaOne il presidente nazionale dell'Associazione medici cattolici (Amci) Filippo Maria Boscia. "In una società sempre più mercantile - prosegue - l'estrema banalizzazione dell'aborto nascosto è così servita. Giovani donne depersonalizzate diventano semplici contenitori da riempire e da svuotare. La medicina deve avere un'anima: deve essere posta maggiore attenzione all'ascolto, alla comprensione, ai gesti da compiere con competenza e saggezza. Occorre la fisicità dell'incontro, considerando che i pazienti non sono solo cittadini-utenti ma persone che devono essere informate su basi scientifiche considerando rischi clinici e controindicazioni. Questi valori non possono essere disattesi. Senza reciprocità non possono esserci relazioni di cura. Maggiori valori aiutano a gestire con più responsabilità la procreazione umana e la difesa della vita. I medici cattolici pretendono che si cambi registro nella relazione di cura".

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