giovedì 6 febbraio 2020
La madre di una 15enne autistica contesta la validità del consenso informato di minorenni e l'adeguatezza delle informazioni sui farmaci che bloccano la pubertà e sui trattamennti ormonali
L'Alta Corte di giustizia di Londra

L'Alta Corte di giustizia di Londra - Wikicommons

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Senza l’autorizzazione specifica di un tribunale dovrebbe essere illegale consentire a un minorenne una transizione di genere con bloccanti della pubertà e trattamenti ormonali: «Non penso che un bambino possa comprendere come sarà la sua futura vita adulta, e a cosa acconsente a rinunciare o a rischiare per la sua salute» quando inizia un percorso simile.

Ad affermarlo è Susan Evans, infermiera psichiatrica di 62 anni che ha lavorato per 11 anni alla Gids (Gender Identity Development Service) della Tavistock and Portman Nhs Foundation Trust, l’unica clinica inglese sovvenzionata dallo Stato che tratta problemi connessi all’identità di genere.

Insieme alla donna che la stampa indica come 'Signora A', mamma di una ragazzina autistica di 15 anni in lista di attesa per la transizione, la Evans ha interpellato l’Alta Corte a Londra contestando la validità del consenso informato di minorenni alla transizione di genere e chiamando in causa proprio la Tavistock e il Servizio sanitario britannico che la finanzia. La Evans nega la reversibilità del percorso con i bloccanti la pubertà, così come dichiarata da chi invece sostiene questa pratica – «nessuno ne conosce gli effetti a lungo termine, sono trattamenti sperimentali», ha dichiarato – e l’inadeguatezza delle informazioni fornite dalla clinica ai giovani pazienti: «Omettono di spiegare che quasi il 100% dei bambini che iniziano ad assumere i bloccanti proseguono il trattamento con gli ormoni cross-sex, quelli per la transizione».

La Signora A si è avvalsa di una raccolta pubblica di fondi per pagarsi la causa, e nella pagina web di crowfunding con cui ha raccolto più di 35mila sterline ha confutato la validità del consenso informato per la transizione da parte di sua figlia, per via dell’autismo. È stata la stessa Evans a chiedere, successivamente, di essere sostituita nel contenzioso da Keira Bell, legalmente un uomo di 23 anni, nata donna, che vorrebbe tornare a esserlo anche per la legge, dopo essersi pentita della transizione di genere effettuata alla Tavistock: ora ha smesso di prendere il testosterone ma ormai la mastectomia è fatta, e non sa se potrà avere figli.

Keira è una de-transitioner, cioè una persona che si è pentita della transizione e vuole tornare al genere di nascita: è uno dei casi di ripensamento sempre più numerosi che stanno emergendo nei media, fra polemiche e contestazioni. Keira ha raccontato la sua lunga storia, dolorosa e tormentata, a diversi giornali, con duri giudizi su quanto vissuto durante il passaggio di genere: «Il trattamento deve cambiare urgentemente per non avviare i giovani, come me, a un percorso straziante, inutile e permanente che cambia la vita». Il portavoce della Tavistock si è rifiutato di commentare, rivendicando comunque la professionalità della clinica.

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