venerdì 12 aprile 2019
E' atteso al convegno nazionale di Pastorale della salute (Caserta, 13-16 maggio) il documento Cei sulle grandi questioni del fine vita, come spiega il direttore dell'Ufficio don Massimo Angelelli.
Il manifesto del convegno nazionale di Pastorale della salute

Il manifesto del convegno nazionale di Pastorale della salute

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Un documento sulla fase terminale della vita terrena e un convegno nazionale che dal 13 al 16 maggio riunirà a Caserta il mondo della sanità cattolica in Italia, ma anche medici e infermieri: quattro giorni fitti di incontri – scientifici e pastorali – intorno al tema «Feriti dal dolore, toccati dalla grazia. La pastorale della salute che genera il bene».
Annunciato nel comunicato finale dell’ultimo Consiglio permanente della Cei «il documento – spiega don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della salute – nasce dalla necessità di mettere ordine sulle questioni del fine vita, con un punto di vista diverso dalla lettura attuale. I vescovi parleranno di fine della vita terrena, per recuperare l’apertura della dimensione escatologica. Si parlerà, in positivo, di difesa della vita, di difesa della libertà e della dignità della persona, di apertura alla vita dopo la vita terrena. E riaffermando le verità della fede: autodeterminazione del paziente, diritto a una morte degna e tutela della libertà di coscienza». Su questo tema, ricorda don Angelelli, il Papa ha pronunciato parole importanti, di ritorno dal Marocco: «Oggi noi cristiani abbiamo il pericolo che alcuni governi ci tolgano la libertà di coscienza, che è il primo passo per la libertà di culto».
E mentre c’è chi sostiene il «diritto a morire», «la nota affermerà che non esiste – sottolinea don Angelelli –. Se si proclama un diritto, devono esserci le condizioni per esercitarlo: e per legge ne scaturisce un dovere. Se c’è il diritto a morire, e non sono in grado di esercitarlo da solo, qualcuno deve aiutarmi: ne deriva il dovere di qualcuno a uccidermi. Si cancella l’idea stessa di società civile».
Nessun equivoco sulla “morte degna”: «Significa accompagnamento, cure palliative, un luogo degno: non significa abbreviare il tempo. Per noi tutte le vite sono degne: per una morte degna occorre favorire le cure palliative (con piena attuazione alla legge 38) e l’apertura di hospice, la risposta scientifica più adeguata». Un ambito ben noto alla sanità cattolica: «Da mesi si riunisce in Cei un tavolo per redigere una “carta identitaria” dei 21 hospice cattolici per garantire una morte degna».
Oltre al rilievo pastorale, il convegno di Caserta (iscrizioni su www.convegnosalute.it) ha un alto profilo scientifico: «Ci sono molte sessioni accreditate Ecm – chiarisce don Angelelli – che si rivolgono a tutto il mondo dei sanitari, medici e infermieri: malattie neurodegenerative, autismo, asma pediatrico. Presenti anche il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, e la presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), Barbara Mangiacavalli. Proprio la Fnopi presenterà il nuovo Codice deontologico degli infermieri: un bel gesto di collaborazione che dà prestigio al nostro convegno».
Dopo il senso della vista, quest’anno si affronta il tatto: «Parleremo del tocco di Dio, dal punto di vista biblico, poi del tocco che ferisce: violenza di genere, bullismo, errore medico, violenze spirituali. Infine del tocco che guarisce». Conclude don Angelelli: «La pastorale della salute non può viaggiare in parallelo, ma deve collaborare con la sanità. E il mondo medico-scientifico riconosce ormai che la dimensione spirituale appartiene all’identità della persona: non basta la cura della malattia, occorre una presa in carico globale».

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