mercoledì 27 settembre 2017
Da giovedì 28 a Roma sei commissioni al lavoro su fiscalità, welfare locale, demografia, educazione e giustizia. Parla il presidente del Forum delle famiglie Gigi De Palo.
Foto archivio Siciliani

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"Più forte la famiglia, più forte il Paese". Non è solo uno slogan ma una verità sociale ed economica quella che sta dietro alla frase scelta per sintetizzare l’idea-guida della Terza Conferenza nazionale sulla famiglia. Si apre giovedì 28 settembre a Roma, e secondo la volontà del governo, non sarà solo una passerella di buone intenzioni oppure un’occasione offerta ai rappresentanti delle varie forze politiche per accreditarsi in vista delle prossime elezioni. Lo prova l’impegno nella preparazione, il coinvolgimento di tutto l’associazionismo familiare che dovrà portare nel dibattito la voce autentica delle famiglie, la volontà di discutere di temi concreti e di non trasformare l’incontro in un ring di lotta ideologica.

Il Forum delle associazioni familiari è stato coinvolto fin dall’inizio nella scelta dei temi e nella messa a punto del programma, accanto all’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia, che è l’organismo di supporto tecnico-scientifico per l’elaborazione delle politiche nazionali per la famiglia, investito del compito le redigere le linee generali del Piano Nazionale per la Famiglia di
cui appunto si discuterà nell’ambito della Conferenza.

C’è da aspettarsi qualcosa di concreto? Le due precedenti conferenze nazionali (Firenze 2007 e Milano 2010) hanno prodotto documenti per migliaia e migliaia di pagine e quasi nessun risultato. Non c’è il rischio che anche questa volta finisca così?

Il governo ha voluto questa Conferenza nazionale – risponde Gigi De Palo, presidente del Forum – per avere indicazioni precise in vista della legge di stabilità. Quindi, almeno nelle intenzioni, non dovrebbe essere solo un esercizio accademico. Da parte nostra
abbiamo offerta la massima disponibilità per l’individuazione dei temi e per un contributo originale di idee. Il fatto che tutto l’associazionismo familiare sia stato coinvolto direttamente è un altro fatto che lascia ben sperare.

Nei vari argomenti sul tappeto la fiscalità formato famiglia avrà uno spazio rilevante. C’è davvero la possibilità di arrivare finalmente a una svolta?

Stiamo facendo passare l’idea che il tema fiscale non sia solo una lotta per qualche elemosina in più. Per noi è decisivo passare da una visione assistenziale a una impostata sulla sussidiarietà. Pian piano anche i politici più attenti, e meno orientati ideologicamente, si stanno convincendo di questa necessità.

Per le famiglie quali sono le conseguenze di queste due visioni?

L’assistenzialismo, anche quello meglio intenzionato, ritiene che offrire più servizi, più asili, più "cose" sia un bene per la famiglia. Ma con questa logica lo Stato si sostituisce alla famiglia, decide al suo posto. Nell’impostazione sussidiaria alla famiglia viene lasciato lo spazio di decidere e di organizzarsi nelle forme associative che ritiene più opportune. Si tratta uno sguardo
antropologico diverso. Certo, lo Stato, attraverso una fiscalità favorevole o con altri interventi, deve comunque fornire le risorse necessarie.

Quindi il Fattore famiglia non è più un’ipotesi del tutto preclusa?

No, ci arriveremo, magari con un nome diverso e con qualche aggiustatura tecnica. Cerchiamo di ottenere qualche segnale già in questa legge di stabilità. Poi prepariamo la svolta per la prossima legislatura

Fisco a parte, di quali argomenti si parlerà da domani alla Conferenza nazionale?

Le commissioni che hanno lavorano sui temi sono sei. Due quelle che si occupano di fiscalità, appunto per la complessità dei temi in gioco. Una coordinato da Marco Allena dell’Università Cattolica. L’altra da Mauro Maré dell’Università Luiss. C’è poi
una commissione su educazione e dintorni coordinata dal magistrato Simonetta Matone. La terza commissione, che ho coordinato, si occupa di demografia. La quarta ha messo a fuoco i temi del welfare locale e della sussidiarietà (il coordinatore è il sociologo Riccardo Prandini dell’Università di Bologna). E l’ultima su giustizia e famiglia è stata coordinata da Gianni Ballarani, giurista della Lateranense.

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