mercoledì 30 gennaio 2013
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​«I cattolici in Parlamento nei diversi schieramenti dovranno essere uniti sui contenuti. Ma dovranno mettersi in gioco al di là delle indicazioni di partito, condizione per arrivare a qualche risultato. Penso a cattolici disposti a metterci la faccia e la poltrona. Io lo farò, sui temi a cui tengo». Eugenia Roccella, già sottosegretario alla Salute e candidato Pdl alla Camera (Lazio 1), distingue le battaglie sulle quali potrà costruirsi una convergenza trasversale tra cattolici.Cattolici su fronti contrapposti possono lavorare a obiettivi comuni?Ci sono temi sociali, come le fragilità, su cui si potrà sicuramente discutere. Penso alla non autosufficienza: c’è chi è a favore del fondo e altri – come me – che ritengono sia solo un "cerotto" al titolo V della Costituzione, per evitare il divieto di destinare risorse scavalcando le Regioni: il fondo è di 400 milioni, quando spendiamo in realtà 25 miliardi. Ma alla fine si può trovare una convergenza anche con i laici di destra e sinistra. Invece è estremamente difficile sui valori non negoziabili.E sulla tutela della vita?Credo che bisogna tenere ferme le cose che ci sono. Come mantenere i confini della legge 40 sulla procreazione assistita. Ricordo che il ministro della Salute Renato Balduzzi non ha emanato le linee guida che avrebbero vietato le diagnosi preimpianto. Il rischio di derive eugenetiche è dietro l’angolo: quelle diagnosi non servono per curare gli embrioni, cosa oggi impossibile, ma solo per individuare quelli malati al fine di scartarli.Che spazi di manovra ci sono per ridurre il ricorso all’aborto?<+tondo>L’obiettivo, paradossalmente, è la difesa della 194. Intendo dire che va mantenuto il monitoraggio sulla Ru486, che come ministero della Salute avevamo avviato, perché non venga utilizzata bypassando il ricovero previsto dalla legge: altrimenti è la via per introdurre l’aborto a domicilio, scavalcando i paletti normativi. Non siamo noi a voler modificare la 194, ma la sinistra.E sulle dichiarazioni anticipate di trattamento? La legge si è arenata per l’opposizione del Pd.La nostra legge è stata ampiamente votata, e col voto segreto alla Camera raccolse consensi anche a sinistra. Ora si può pensare a un patto di non belligeranza, cercando soluzioni parziali. Perché ci vuole molto poco per aprire la strada a derive eutanasiche. Si dovrà quindi cercare una strada intermedia, non un compromesso, anche perché quella legge per noi era già frutto di una mediazione.
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