domenica 6 agosto 2017
Pronti a rischiare sotto le bombe per strappare i feriti alla morte. Al via “Safe”, il piano emergenziale con il quale l'organizzazione italiana “Un ponte per... ”, grazie a fondi europei, garantirà assistenza sanitaria salvavita ad oltre 3.000 civili feriti di guerra in fuga da Raqqa, in Siria, per i prossimi 8 mesi. Con il progetto sarà possibile acquistare 15 ambulanze, sostenere in modo diretto 11 squadre specializzate di medici, e creare 3 “punti di stabilizzazione” dei feriti alle porte di Raqqa, prima di trasferirli presso gli ospedali, aumentando così le possibilità di sopravvivenza.
I civili intrappolati a Raqqa non hanno la possibilità di accedere a nessuna struttura sanitaria e i pochi presidi presenti sono lontani rispetto al fronte dove si svolgono i combattimenti. Migliaia di civili si trovano in queste ore privi di assistenza. Obiettivo di “Safe” è quello di spingersi sulla linea del fronte attraverso l'invio di ambulanze e team specializzati. Una volta recuperati, i feriti più gravi saranno trasportati nei “punti di stabilizzazione” più vicini. Qui verranno “stabilizzati” attraverso cure salvavita, per poi essere, se necessario, trasferiti negli ospedali più vicini.
Grazie a questa azione, sarà possibile estendere la cosiddetta “Golden hour”, il lasso di tempo entro il quale un paziente gravemente ferito ha maggiori possibilità di sopravvivenza se trattato con prontezza e stabilizzato.
Un progetto che rientra nel più vasto intervento che “Un ponte per...” dal 2015 porta avanti in Siria, attraverso il sostegno diretto ai Centri sanitari locali e con la formazione di personale medico-sanitario.
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