giovedì 22 maggio 2008
Perché in Tv, e altrove, regna la mania dell'insulto ridanciano programmato, su assenti e presenti? Domenica da Fabio Fazio, dopo un serio dialogo con Scalfari, per fortuna già uscito di scena, la trasmissione è finita allegramente «nella cacca», subito segnalata dal "Manifesto" " "Finale di cacca per il Fazio show" (20/5, p. 17) " e indirizzata anche a persone assenti, guarda caso di Chiesa, degne di rispetto almeno quanto "il fondatore" di "Repubblica". E perché "Ballarò", che andrebbe benissimo da solo, ogni volta comincia crudele con lo sbeffeggio volgare dei politici presenti che debbono umiliarsi a far finta di ridere di se stessi? Lunedì è toccato a Veltroni e Formigoni" Più raffinato, qualcosa di simile ad "Annozero", dove per esempio da ultimi Cicchitto, Tremonti, Di Pietro, Enrico Letta e Bersani in par condicio si son fatti prendere per i fondelli. Perché? Forse direttori e conduttori non si sentono credibili se non accompagnati da risate grasse, volgari e quasi sempre qualunquiste. Ancora oggi "L'Unità" ogni giorno sbeffeggia anche in casa propria e ogni settimana offre " strascichi del vecchio "Male" e simili bassezze resistenti ai decenni " un supplemento "satirico" che definire umiliante è poco, con buona dose di insulti ovviamente per Papa, vescovi e cattolici in blocco, anzi" in "fascio". "Libero" a proposito parla (20/5, p. 1) di "Spazzatura chic" e, stesso giorno, "Il Riformista" ricorda "La satira e il diritto alla c"" In fascio? Basta una lettera. A Malpelo pare un segno di "sfascio" masochista, verificato anche nelle urne. E allora: perché?
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