sabato 13 luglio 2019
Senza titolo, senza aver scelto il tema, ma lasciare aperta alla fantasia qualsiasi porta dell'animo. E soprattutto senza lasciarsi trascinare ad un commento personale sui fatti del giorno che porterebbero a consigliare una strada invece di un'altra. Ma allora cosa serve scrivere queste modeste righe che pretendono di essere lette da chi passa qualche ora di riposo al sabato di ogni settimana. Pretendono? No, immaginano, forse sperano. È infine un modo per tenersi dieci minuti di compagnia, senza essere costretti a dividerli con gli infiniti fatti negativi che la stampa di ogni tipo ci offre ogni mattina con la prima tazza di caffè. Il suo profumo ci fa immaginare i suoi campi di raccolta così lontani dalla nostra vita che dobbiamo sognare dai racconti, dalle pennellate di qualche geniale pittore o finalmente dalle realtà che i nostri computer ci offrono con tanta precisione. Questi apparecchi che ogni giorno ci offrono delle situazioni della nostra terra che qualche anno fa non avremmo mai potuto immaginare, si sono auto-eletti nostri maestri e suggeritori e ci portano a volte su delle strade sbagliate o non adatte alla nostra conoscenza. Per le menti giovani sono una grande ricchezza, ma tolgono al loro animo quella parte che viene dalle grandi onde della fantasia e nello stesso tempo dalla costanza infinita della sperimentazione. In questo modo certo guadagniamo tempo e ci lanciamo nella conoscenza dello spazio nel quale viviamo come nelle acque di un immenso oceano di cui non conosciamo le sponde. Coraggio, fantasia, invenzione, tecnica, immaginazione descritta sulla carta, costruita in questo nostro incredibile animo umano che all'apparenza sembra fragile e povero, che invece gode di una forza senza confini. E sopra ogni cosa l'immaginazione che non si ferma per la paura, né per una possibile inadeguatezza dei mezzi, ma usa la fantasia come il più normale aiuto per il proprio fine, quasi la matematica delle nostre elementari fosse sempre stato il più alto gradino per sostenere la nostra immaginazione. Perché è di questo che viviamo, delle storie che ci hanno insegnato le nonne di una volta: arricchire la fantasia, inventare nuove forme di vita belle o terribili che ci accompagnino a toccare pian piano la magia dell'universo quando ci sarà possibile. È la storia del lupo e della fata buona che ci porta ad esplorare fra quel bosco di palle di fuoco, di pietra, di gas che ci gira attorno, alla ricerca come siamo sempre stati, di qualcosa al di fuori di noi che ci illumini un futuro che non sappiamo come potrà essere, ma al quale stiamo dedicando tempo, spazio, pericoli e coraggio. Gli angeli che ci mettiamo nel presepio non sono false fantasie, ma luci dell'universo che ci aprono la mente alla creatività e all'amore di chi ci ha dato la vita.
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