venerdì 12 marzo 2004
Dovevamo arrivare a quarant"anni per riapprezzare la bontà di un minestrone o la soavità della pasta e fagioli (magari con gli straordinari fagioli di Pigna dell"entroterra imperiese, con l"olio extravergine delle olive Taggiasche). Da bambini c"era il rigetto assicurato. Ma crescendo con l"età, aumenta, chissà perché, la voglia di riappropriarsi di certi gusti veri del passato. La zuppa è un piatto eccezionale, che affonda le sue radici in ogni regione italiana. In Toscana si fa una zuppa straordinaria (ma l"ultimo assaggio entusiasmante è stato a Milano da Gianni e Dorina) che porta il nome di Pappa al Pomodoro; mentre a Monastero Bormida, quasi al confine tra la Liguria e il Piemonte, in una zona eroica dove nascono le formaggette di capra (la Robiola di Roccaverano) e dei salami incredibili, il sindaco Gigi Gallareto promuove la Pucia. In pratica, un"antesignana della pasta e fagioli, essendo una soffice polentina cotta in un brodo di cavoli e fagioli, servita calda con burro e formaggio. Ma se la pucia avanzata viene poi fritta in padella o abbrustolita sulla stufa a legna come facevano di questi tempi ancora 50 anni fa, proverete il gusto con la G maiuscola. Gli ingredienti per 10 persone sono tre etti di farina di mais, 20 grammi di farina di frumento, tre etti di fagioli di Pigna, mezza verza, una cipolla, un gambo di sedano, un po" di lardo, quindi spezie, olio extravergine di oliva e sale.Fate un soffritto con cipolla, sedano e lardo e insaporite il cavolo tagliuzzato; bollite i fagioli con gli aromi in un litro d"acqua finchè non si riduce a metà. A questo punto aggiungete altri 2 litri di acqua, il cavolo ed il soffritto. Una volta riottenuto il bollore fate la polenta nella stessa pentola dove stanno cuocendo i fagioli. Regolate il sale e portate a completa cottura mescolando per tre quarti d"ora. Otterrete una polentina morbida su cui cospargere una "neve" di formaggetta di capra stagionata. E beveteci su un Dolcetto d"Acqui, naturalmente.
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