venerdì 8 agosto 2014
«Voglio salutare e ringraziare tutti coloro che sono coinvolti in questo lavoro, che è una testimonianza di amore e di impegno. Chiedo a Gesù di benedirvi. Per favore, non dimenticate di pregare per me». Non è necessario leggere la firma per intuire l'autore del messaggio: Papa Francesco. Il destinatario è l'amico padre Jorge Chichizola. I due si sentono con regolarità. Stavolta, però, l'occasione è speciale. Padre Chichizola ha appena inaugurato la casa di accoglienza «Mburucuyá», oasi per vittime di schiavitù sessuale a Posadas. La città, nel nord dell'Argentina, è affacciata sul fiume Paraná che la divide dal Paraguay. Un centro di frontiera, dunque, crocevia di traffici illeciti. I contrabbandieri commerciano di tutto: merci contraffatte, armi, droga, esseri umani. La tratta è endemica nella regione. Soprattutto quella di ragazze o bambine, costrette a vendersi nei bar a luci rosse dislocati nei bassifondi di Posadas e delle altre città della provincia. Quest'anno le autorità argentine ne hanno riscattate in media cinque al giorno. Adolescenti che, una volta libere, non hanno un posto dove andare: spesso non hanno una famiglia, o quest'ultima non vuole accoglierle. Il rifugio Mburucuyá è stato pensato per loro. La struttura offre assistenza sociale e psicologica e la possibilità di reinserirsi nel mondo del lavoro o della scuola. Otto ex baby prostitute vi hanno già trovato accoglienza. La lista di quelle prigioniere nei postriboli, però, è ancora drammaticamente lunga.
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