venerdì 4 marzo 2005
Vaniloqui leggeri Oltralpe, sproloqui pesanti qui in casa. L'agenzia France Presse, 26/2, parla dell'Angelus della domenica successiva e pronostica solenne: "i cattolici dovranno accettare l'immagine di un Papa senza il tradizionale colletto romano", aggiungendo che si stava cercando una soluzione. Parole al vento: già la domenica successiva all'attentato del 13 maggio 1981 si vide quella immagine, "senza colletto romano". È scrivere per scrivere. C'è anche chi scrive per confondere le acque, magari smuovendo fanghiglia. Sulla "Stampa", lunedì, Fabrizio Rondolino audace va in soccorso di Francesco Merlo che su "Repubblica" aveva pesantemente ironizzato su don Giussani. Ha ragione Merlo, scrive, perché don Giussani è stato "leader di una minoranza antimoderna". Allusione a Cl, o ai cattolici come tali? Meglio la seconda. I moderni, infatti, che sarebbero loro in esclusiva, i Merlo e i Rondolino, si rifanno ai principi dei "Lumi", quelli che promettendo libertà, come documentava ieri Francesco Agnoli sul "Foglio", portarono "dittatura", promettendo felicità portarono "ghigliottina, paura, terrore, arruolamenti di massa" e promettendo libertà di stampa la riservarono solo a se stessi. Questi sono stati - lo mostra la storia - i "laici" duri e puri, due secoli fa. Poi arrivarono quelli di un secolo fa, sempre "duri e puri", ma nel nome di Marx e Lenin e Stalin, che sono stati anche peggio. Merlo e Rondolino sono nostalgici dei primi, ma forse la parentela coi secondi, volenti o nolenti, è stretta. Gli echi della tromba di ambedue i "laicismi", religioni ad uso e consumo dei prepotenti, sono ancora molti, in certe pagine. Meglio stare in "campana.
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