sabato 4 marzo 2006
Ieri sul "Manifesto" (p. 6) Iaia Vantaggiato, vestale di redazione, è piena di spigoli sul Papa. Un prete chiede a Benedetto XVI di parlare della presenza femminile nella Chiesa e per lei lui "spiazzato si rinserra". Ma subito sotto scrive che a parere dei presenti "ha fatto un passo avanti". Rinserrarsi e andare avanti: si può? Di più: interrogato sul Concilio, per lei il Papa è colpevole di non aver fatto "neppure un riferimento alla Shoah". Dov'è mai il legame tra le due cose? A chiudere, però, sintesi seria: "la Chiesa rinsalda i ranghi e si prepara alla prossima campagna elettorale". Già: questi pensano alle elezioni! Per concessione ex cathedra femminista-laica: "Benedetto XVI non è uno sciocco". Il fuoco "laico" è sempre acceso, ma la vestale è gentile! Antipatia maschile invece su "Repubblica" (p.21): "Il Papa e l'islam". Per Marco Politi su ecumenismo e dialogo "la Chiesa con Benedetto XVI rischia di perdere il ruolo di soggetto alto e rispettato sulla scena internazionale, eredità del pontificato polacco" ritornando - nientemeno - "più indietro di Wojtyla, di Paolo VI e di Giovanni XXIII"! Così, tranquillamente. Ipse dixit: "fuoco" laico della vestale, qui applicato al mondo. Capire tutto, e smascherare i piani del Papa, anche se "non è uno sciocco": è di natura, per certe coscienze laiche. Se trattano di Chiesa vanno col pilota automatico. Come ieri: la solenne rubrica sul "Corsera" (p. 45) ricorda Marcinkus, che "a Manila salvò Giovanni Paolo II dal coltello di un prete squilibrato". L'episodio è del 1970, il Papa era Paolo VI e quello non era un prete, ma un pittore. Automati-camente: fuori rotta!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI