Vescovo e martire rifiutò le lusinghe del potere
giovedì 29 dicembre 2016
Non è facile scegliere Dio davanti alle lusinghe del potere, eppure la storia ha conosciuto numerosi testimoni che non si sono lasciati sedurre dalla mondanità. Un esempio è quello di san Tommaso Becket, vescovo e martire, nato a Londra verso il 1117 e divenuto collaboratore dell'arcivescovo della sede primaziale di Canterbury, Teobaldo, del quale fu il successore per volontà del re Enrico II, con il quale era in rapporto di amicizia. Ma, ordinato vescovo nel 1162, di fronte alle ingerenze della corona, Tommaso fu uno strenuo difensore dei diritti della Chiesa. Costretto all'esilio, visse per sei anni in Francia e al ritorno sconfessò i vescovi che erano scesi a patti con il sovrano. Interpretando il fastidio del re, quattro cavalieri partirono alla volta di Canterbury per eliminare l'arcivescovo: l'assassinio avvenne nella cattedrale il 23 dicembre 1170.
Altri santi. San Davide, re e profeta (X sec. a.C.); san Martiniano di Milano, vescovo (V sec.).
Letture. 1 Gv 2,3-11; Sal 95; Lc 2,22-35.
Ambrosiano. Mi 4,1-4; Sal 95; 1Cor 1,1-10; Mt 2,19-23.
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