giovedì 24 novembre 2016
Vertici. “Il Tempo” martedì apre a tutta pagina: “Abortite pure, il Papa vi perdona”, e nel “fondo” – mai parola pare più adatta – titola: “Contraddizioni e misericordia”! Firma di “intellettuale” che si occupa anche di teologia, e da decenni ha la sua “fissa”: il Vaticano II “ha tradito la fede” e da allora nulla nella Chiesa è più veramente cattolico, nulla ortodosso, nulla ricollega veramente al patrimonio della fede salvo ciò e chi lo rifiuta in radice. Dunque anche qui cose solite? Sì, ma questa è davvero una vetta. Titolone all'imperativo: esorta all'aborto! E dice che non Dio, ma il Papa perdona l'aborto, e ciò senza neppure segnalare la necessità del pentimento, cioè del riconoscimento, che nel documento papale è lampante, che l'aborto è e resta un crimine, soppressione di vita innocente e peccato gravissimo. Ma come è possibile un'abiezione del genere, e in prima pagina? Dunque domani, stessa firma o di qualche “rude” – termine agostiniano – discepolo che già sgambetta a p. 2 potremmo leggere che nel Vangelo Gesù, la «Misericordia», alla «misera» ha detto «prostituisciti pure, tanto io sono qui e ti perdono!». Non basta. Con il richiamo ai “Santi” segue altro: «Perché parlare sempre e solo del Dio misericordioso e mai del Dio giusto che premia e punisce... ?» e allora ti viene in mente che una Santa, «Dottore della Chiesa» e «Maestra dei teologi» (così di lei Benedetto XVI, 6 aprile 2012) ha impartito anche ai “sapienti” questa lezione ripetuta 30 volte nei suoi scritti: la Giustizia di Dio è proprio la sua Misericordia, che è infinita. E per concludere non manca il peggio: con il suo folle imperativo attribuito al Papa, De Mattei ricorda il «Pecca fortiter, sed crede fortius»... E trionfante conclude: «Ma questa è la dottrina di Lutero, non della Chiesa cattolica»! Un vertice di malafede, da vertigini!
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