venerdì 5 gennaio 2018
I Vangeli ci narrano che i primi ad accogliere l'annuncio della nascita di Gesù bambino sono stati i pastori mentre erano alla custodia dei loro greggi. L'Angelo li chiamò ed indicò loro come segno il Bambino avvolto in fasce nella mangiatoia. Questo annuncio è riportato in tutti i canti della Chiarastella.
«Venite pastorelli alla capanna / venite a visità Gesù Bambino / È nato senza oro e senza panni / scaldato da nu bove e n'asinello». Così cantano tutti i suonatori delle novene che a migliaia ancora oggi attraversano il nostro bel Paese durante il periodo natalizio. E i pastori sono protagonisti di tutte le rappresentazioni popolari che fanno da corona alle narrazioni evangeliche. Rappresentano i poveri, destinatari privilegiati della buona novella portata dal Messia bambino. Ricevono un annuncio e rispondono ad una chiamata. Non hanno nulla di speciale, sono gente comune in cui tutti si possono identificare. Ecco perché nel gergo presepiale "pastore" è qualsiasi personaggio rappresentato nel presepe. Alcuni hanno un nome particolare come "Niniello lo sbantuso" (il meravigliato), il pastore inginocchiato con le braccia aperte e il cappello in mano, che nelle rappresentazioni presepiali napoletane è collocato su un punto alto della scena rivolto verso la stella cometa e, dopo il 24 dicembre, viene posizionato accanto alla grotta. Come i Re Magi anche i Pastori hanno ricevuto il dono dell'annuncio: i pastori per mezzo degli Angeli, i Magi tramite il dono dell'illuminazione che ha consentito loro di leggere i segni dei tempi. Gaspare porta in dono l'oro, simbolo del riconoscimento della regalità di Cristo; Melchiorre la mirra, sostanza aromatica vegetale utilizzata nelle mummificazioni che rappresenta il valore salvifico del Figlio di Dio e Baldassarre l'incenso, omaggio alla natura divina del Bambino Gesù. I pastori invece portano agnelli, caciotte, uova, verdure, pane, ed esprimono il desiderio di unire la propria vita a quella divina del Dio bambino avvolto in una mangiatoia.
Il repertorio dei canti della Chiarstella è ricco di esempi che narrano dei doni portati dai pastori a Gesù bambino fra cui spicca questa bellissima versione di Leonforte.
«...Ora veni lu jardinaru nenti avia chi cci purtari
cci purtau n'aranciteddu ppi jucari lu picciriddu
Ora veni lu picuraru nenti avia cchi ci purtari
porta latti 'nta na cisca cascavaddu e tuma frisca
Ha vinutu lu lignarolu nenti avia chi cci purtari
porta ligna un fasciu ranni pp'asciucarici li panni
Ha calatu la susanedda ha scinnutu di li muntagni
porta 'ntesta 'na cascitedda china di mennuli e castagni
Ha vinutu lu sunaturi nenti avia chi ci purtari
na sunata i ciaramedda pi Gesù e Mariuzza bedda».
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