martedì 13 marzo 2012
Il silenzio è d'oro? Dipende. Certi silenzi sono piombo, e i responsabili dovrebbero andare a fondo: per nascondersi. Domenica giustamente "Italia Oggi" – p. 12: «Vuole il Papa in Tribunale, ma si inventa di tutto» – torna su una clamorosa vicenda del 2010. Negli Usa un certo David Clohessy, presentandosi come leader di un'associazione a difesa delle vittime della pedofilia ecclesiastica, denunciò formalmente Joseph Ratzinger e Tarcisio Bertone, all'epoca dei fatti prefetto e segretario della Dottrina della Fede (e anche il segretario di Stato vaticano dell'epoca Angelo Sodano), per «complicità» e «copertura dei reati» di Lawrence Murphy, prete condannato per pedofilia e molti reati. L'accusa: «Occultamento della vicenda per proteggere la Chiesa dallo scandalo». Da noi vespaio di accuse e paginate su tutti i giornali, tra essi ovviamente in prima fila Marco Politi sul "Fatto". E allora? Allora quelle accuse con recente sentenza del tribunale si sono dimostrate false, con ammissione esplicita dello stesso Clohessy… E i giornali? Silenzi di piombo, e in particolare sul "Fatto" – sarei felice di sbagliarmi – niente! Solita strategia: "Calunniate! Qualcosa resterà". Ne scrisse, qui, Gianni Cardinale, il 15 febbraio scorso... Restiamo in America? Volentieri. Il Papa venerdì ha ricordato ai vescovi cattolici che per la morale cattolica la convivenza è un «peccato» e che un vero matrimonio esige la «differenza sessuale», cioè si verifica tra un uomo e una donna. E allora? Allora strilli: «Il Papa attacca convivenze e nozze gay»! ("Unità", 10/3, p. 12). Dunque il Papa non dovrebbe più ricordare – neppure ai vescovi! – uno dei dieci comandamenti? La prossima volta che parlerà del «Non rubare» qualcuno strillerà che «Il Papa attacca i ladri»? Ignoranza o malafede? Quasi peggio del piombo…
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