domenica 11 aprile 2010
Ieri fascia rossa in prima de "L'Unità" con citazione amara di Roberto Saviano: «Quello che in un altro Stato sarebbe considerato veleno, in Italia è pasto quotidiano». Parole «laiche» sante, piene di verifiche. Sempre ieri ("Il Giornale", p. 17): «Lo Scandalo: il Papa vedrà le vittime dei pedofili. Ma su di lui spuntano nuovi veleni». Sì: da noi anche una lettera che serve a fare chiarezza si trasforma in veleno. Così anche i fatti. Qualche giorno fa ("Unità", 7/4, p. 3: "Padre Murphy") Lidia Ravera in 20 righe saltava a piè pari più di 20 anni spargendo veleno di calunnia. È quotidianità. "Il Fatto" per esempio (6/4, p. 16) ha due morsi di vipera affiancati: «Il mistero di Zavattaro» e «Pasqua laica in Tv». Nel primo Paolo Ojetti ce l'ha col cronista del Tg1 perché ha detto che nel Lunedì dopo Pasqua il Papa ha esortato tutti i cristiani a diffondere il messaggio dell'amore di Cristo e poi ha informato che in questo periodo al posto dell'Angelus si recita il «Regina Coeli». Ojetti si è stizzito: «È forse una notizia?». Che gli abbia dato fastidio il nome, Regina Coeli, che a Roma fa pensare al carcere? Boh! Lui non sopporta il Papa. Ci spiace, ma la Santa Sede sopravviverà anche a questa disgrazia. Lì accanto poi " sempre veleno " c'è il supplemento di Fulvio Abbate che ce l'ha a morte perché a Pasqua, anche in tv si constata che la festa è roba di religione, ma da «esperto» denuncia che «anche a Pasquetta» c'è stata in tv «la Messa (papale) in diretta dalla confidenziale Castelgandolfo». «La Messa»? Ha sognato Abbate, o si è morso da solo la lingua, e il veleno gli fa scrivere fischi per fiaschi? Scelga lui"
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