mercoledì 27 agosto 2014
Ieri sul “Fatto” (p. 16) tanti “cinguettii” feroci contro il Meeting di Cl. Vecchie ruggini in ritardo di 30 anni: rancori “plebei”. Ma ci sono anche quelli illustri, con replica, peraltro, altrettanto illustre qui ieri, a firma di Giuseppe Dalla Torre. Infatti (“Corsera”, 23/8, p. 49) Tullio Gregory s'è indignato per «i toni accesi» con i quali Dario Antiseri (sempre “Corsera”) aveva ricordato che in Italia la scuola paritaria è discriminata anche rispetto alla situazione vigente in altre nazioni europee: Francia, Spagna ecc. No! Per Gregory è bene così: per lui le paritarie avrebbero deficiente «livello culturale», «condizionato da scelte ideologico-religiose» che le rende «scuola di carità»... Noto intellettuale, curriculum prodigioso Gregory. Malpelo lo ricorda nel Consiglio Rai anni 90: millimetrica lottizzazione vigente, ma poche tracce di liberazione. Domanda: può un saggio così esperto non ricordare che l'art. 33 della Costituzione (1947) non vieta ogni contributo alla scuola non statale? Di più: può oggi far finta di non sapere che per legge del democratico Parlamento italiano (n. 62, 10/3, 2000) la scuola paritaria è anch'essa scuola pubblica? Già detto e stradetto. Repetita iuvant, magari...
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