domenica 6 marzo 2016
Sinistra e uteri in affitto non vanno d'accordo. Ecco che cosa il filosofo Paolo Ercolani (Università di Urbino) ha scritto sul manifesto on line (martedì 1). Tutte parole sue: «Non c'è dubbio che Nichi Vendola ha risolto un “problema” privato ricorrendo a una “soluzione” pregna della logica tecno-finanziaria... e, soprattutto, con una quantità di denaro con la quale si è, di fatto, comprata la disponibilità di una donna a “prestare” il proprio utero... come accade nelle peggiori deformazioni della logica capitalistica... Vendola avrebbe potuto... inserire nel proprio nucleo familiare uno dei tanti bambini che popolano gli orfanotrofi... Ma no... il gesto di Nichi Vendola (“il privato è politico”, recitava uno slogan femminista del secolo scorso) distrugge in un solo colpo l'“umanesimo sociale”... Quale rispetto della questione “sociale” (specie da un leader della sedicente Sinistra) possiamo riscontrare in chi... non si fa scrupolo alcuno nel comprare il corpo di una donna?!... Quella che già Marx chiamava schiavitù salariata... oggi si è trasformata in un dominio “biopolitico"... [con] questo grave e “anarco-capitalista” gesto... la Sinistra, quella vera... [rischia di essere] destinata al ruolo patetico di “affitta-uteri-altrui”. E gli uteri altrui, specialmente nel campo delle idee e dell'azione politica, producono figli non nostri».BIMBO NON FA MADRE?Com'era prevedibile, la legge sulle unioni civili per gay ha favorito una serie di altre aperture a effetto domino. Alla Camera è cominciato l'esame di quattro proposte di legge sull'eutanasia. I parenti di alcune note persone suicidatesi in modo clamoroso hanno chiesto all'Istat di «pubblicare i dati dei suicidi», perché «l'impossibilità di ricorrere all'eutanasia ha come conseguenza il ricorso al suicidio come “uscita di sicurezza”» (Il Fatto, venerdì 4). Lo stesso giorno, su Repubblica, Augias aggiungeva che «la fine naturale non esiste più», affermazione che genera qualche dubbio. Il Tribunale di Roma (Corriere della Sera, mercoledì 2) «ha autorizzato un'adozione incrociata di due bimbe a favore di una coppia omosessuale femminile». L'Unità reclama i «diritti dei bambini» delle coppie gay, che «meritano l'uguaglianza» con gli altri: due papà, due o tre mamme, nati su commissione e strappati all'unica vera mamma. Infine, per ora, l'Espresso ci fa sapere che il senatore Pd Sergio Lo Giudice ha presentato un disegno di legge per istituire il ruolo professionale dell'«assistente sessuale» garantito dal comitato dei «Lovegiver», i “datori d'amore”, che dovrebbe assicurare un po' di sesso alle persone disabili. E la filosofa Michela Marzano, docente in un'Università parigina, insegna che «il punto fondamentale è che non c'è coincidenza tra mettere al mondo un bambino e la maternità. Far nascere una creatura non significa essere madre» (Il Fatto, mercoledì 2).
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